La mostra di Hanne Darboven alla Galleria P420, curata da Miriam Schoofs, in collaborazione con la Hanne Darboven Foundation di Amburgo, è solo in apparenza una complessa mini retrospettiva di una delle artiste concettuali europee più rilevanti delle Neo Avanguardie.
I numeri, le lettere, i fogli di quaderni a righe e a quadretti, il pentagramma, i calendari sono la vita stessa di questa artista decisa fino all’ultimo dei suoi giorni (si spegne nel 2009 all’eta di 68 anni) a registrare, scrivere e trascrivere ciò che, in realtà, difficilmente si può “fermare”.
Siamo in un flusso in piena di spazio e di tempo dove l’annotare non è il notare, dove lo scrivere non è il descrivere perché nel riportare semplicemente prima lettere, poi numeri, poi addiritura giorni, mesi e anni su dei pentagrammi musicali vi è l’intenzione prima e ultima dell’opera.
È il procedimento continuo, costante del riportare combinazioni matematiche in cui la sola logica strutturale, al fine del lavoro, è il procedimento stesso, la processualità quasi “ossessiva” che però non fa altro che mantenere ferma la coerenza dell’idea per l’idea.
Molto lentamente ma in maniera quasi inarrestabile, così come la stessa artista operava fra le mura della casa “Merzbau” di Amburgo, è impossibile non avvertire il pulsare quasi “emozionale” della trascrizione numerica e segnica del suo quotidiano in cui i sistemi realizzati sono, come lei stessa dichiarò in un’intervista del 1973 ad Artforum, concetti numerici che operano in “termini di progressione e/o riduzione, simili ai temi con variazioni in musica”. Da qui in poi appare il “dispositivo” pentagramma, funzionale esclusivamente a calendizzare e organizzare la costanza del processo eidetico sempre rivolto in se stesso e a se stesso in una perfetta logica di auto funzionamento celibe.
Hanne Darboven non permetterà mai ai materiali di trascendere l’idea, sempre e solo la matita grigia a svolgere la scansione logica numerica, fatta eccezione per la presenza di una matita rossa e blu che diviene ipertesto per una correzione definita nello stesso intervento.