Flash Art utilizza solo cookie strettamente necessarie per il funzionamento del sito, per il legittimo interesse nel migliorare l'esperienza online e per rendere possibile o facilitare la comunicazione. Per maggiori informazioni consulta la pagina Termini & condizioni

Flash Art
Flash Art
Shop
  • Homepage
    • IN EDICOLA: 359 INVERNO 2022-23
  • Feature
    • Conversazioni
    • Recensioni
    • On View
    • FLASH FEED
    • Tell me stories!
    • La mano (in)visibile
    • PARADIGME
  • Dune
    • Flash Art Mono
  • Archivio
    • Shop
    • Abbonamento
    • EDIZIONE DIGITALE
    • Contatti
→
Flash Art

348 Mar-Apr 2020, Recensioni

8 Maggio 2020, 9:00 am CET

“La rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo” XNL Piacenza Contemporanea / Piacenza di Davide Daninos

di Davide Daninos 8 Maggio 2020
1
2
3
4
5
6
7
8
Katja Novitskova, Approximation (polar bear) 2017. Stampa digitale su alluminio, cutout display, vetro acrilico. 148 x 226 x 3,8 cm. Collezione Sandretto Re Rebaudengo. Courtesy XNL Piacenza Contemporanea, Piacenza.
1
2
3
4
5
6
7
8
Yayoi Kusama, Senza titolo, 1997. Scarpa e tecnica mista. 22 x 18 x 11. Collezione Emilio e Luisa Marinoni. Courtesy XNL Piacenza Contemporanea, Piacenza.
1
2
3
4
5
6
7
8
Jimmie Durham, Sprin Fever, 2010. Barili di petrolio verniciati, acrilico, scatola di cartone. 28 x 164 x 98 cm. Collezione Giuliani. Courtesy XNL Piacenza Contemporanea, Piacenza.
1
2
3
4
5
6
7
8
Mike Kelley, Sackmates, 1989. Animale di peluche. 52 × 20 × 14 cm. Collezione La Gaia. Courtesy XNL Piacenza Contemporanea, Piacenza.
1
2
3
4
5
6
7
8
Barbara Kruger, Untitled (good), 2001. Serigrafia. 213,5 x 123 cm. Collezione Alt. Courtesy XNL Piacenza Contemporanea, Piacenza.
1
2
3
4
5
6
7
8
Giulio Paolini, Il grande metafisico, 2016. Matita e collage su carta. 70 x 50 cm. Collezione Mattioli Rossi. Courtesy XNL Piacenza Contemporanea, Piacenza.
1
2
3
4
5
6
7
8
Maurizio Cattelan, La rivoluzione siamo noi, 2000. Acciaio, cera e legno. 190 x 47 x 52. Collezione Sandretto Re Rebaudengo. Courtesy XNL Piacenza Contemporanea, Piacenza.
1
2
3
4
5
6
7
8
Paul McCarthy, Bear sculpture, 1992. Installazione. 90,3 x 229 cm. Collezione Alt. Courtesy XNL Piacenza Contemporanea, Piacenza.

Il famoso monito di Joseph Beuys “La rivoluzione siamo noi”, rievocato nel titolo della mostra, è un manifesto di autoaffermazione, un invito a resistere alle aspettative esterne per costruire sulle proprie scelte le fondamenta di un libero arbitrio intellettuale, sociale ed estetico. Nelle premesse del curatore Alberto Fiz, questa esortazione diventa uno strumento per incorniciare il collezionismo privato come un atto rivoluzionario, espressione di un investimento culturale mai scontato, capace di salvaguardare una memoria dell’arte contemporanea e, nelle proprie scelte, costruire una responsabilità etica ed estetica.
Seppur tale generosa definizione non sia applicabile a ogni raccolta privata, sicuramente rispecchia la serietà e la costanza delle ricerche a cui la mostra è dedicata, offrendo uno sguardo sulla ricchezza delle collezioni private italiane.
Superata la prima sala dedicata alla complicità fra artisti e mecenati – una raccolta di ritratti di committenti, dalla Famiglia Consolandi di Thomas Struth (1996) alla Famiglia Palmigiano di Alice Ronchi (2019) – questa “collezione di collezioni” sceglie di privilegiare le assonanze trasversali tra opere e artisti per guidare la nostra attenzione attraverso sessant’anni di arte italiana e internazionale, non riuscendo però risaltare la specificità delle singole raccolte, poste in secondo piano rispetto a un percorso tematico unificante più celebrativo che storico o critico.
Collegamenti e dialoghi formali sono suggeriti fra Combustione di Alberto Burri (1959, Coll. Consolandi), le resine oleose colate dai barili di Jimmie Durham (Spring Fever, 2010, Coll. Giuliani) e le esplosioni riprodotte sulla delicata stoffa di Robert Rauscheberg (Hoarfrost, 1974, Coll. Esposito). Così le indagini sul paesaggio di Gianni Pettena (About non conscious architecture, 1972, Coll. Alt) si rispecchiano nella ricerca di Richard Long (Asia circle stone, 1996, Coll. De Angelis Testa), mentre Paolini e Pessoli riverberano le maschere di de Chirico fino all’‘esaurimento’ (Il grande metafisico, 2016, Coll. Mattioli Rossi; The Exhausted de Chirico, 2018, Coll. De Iorio). Ma sono opere come Spin Off di Thomas Hirschhorn (1998, Coll. Sandretto Re Rebaudengo), La buona vicinanza di Chiara Camoni (2009, Coll. Nomas Foundation) e Amnesiac Shrine di Mike Nelson (2006, Coll. Giuliani) a risaltare per la capacità di tradurre in paesaggi scultorei ambienti mentali, scenografie per rituali segreti libere dai confini tematici e dell’allestimento spesso restrittivo, confermando così come le opere d’arte e le collezioni migliori non necessitino di giustificazioni per riuscire a parlare e a farci pensare. E, in tale pensiero, la rivoluzione siamo tutti noi.

Condividi questo articolo
  • Facebook
  • Twitter
  • Mail
Altri articoli di

Davide Daninos

L’Inesauribile Fascino del Display

9 Marzo 2020, 9:00 am CET

È un immaginario a portata di mano, aperto al pubblico, eppure inviolabile e intangibile. Con una vasta parete trasparente che…

Approfondisci

Riccardo Venturi / Direttore della Scuola di Filosofia ICA, Milano

10 Marzo 2020, 9:00 am CET

ON VIEW è una rubrica in cui Flash Art invita figure prominenti nel mondo dell’arte a selezionare le migliori mostre…

Approfondisci

QUEERING-DISPLAY: Anna Franceschini

18 Marzo 2020, 9:00 am CET

“Il signor Treehorn tratta gli oggetti come donne, lo sapeva?” – Jeff “Drugo” Lebowski, ubriaco Pare che alla metà degli…

Approfondisci

L’indissolubile Interconnessione tra le Specie: Formafantasma

25 Marzo 2020, 9:00 am CET

In occasione di “Cambio” mostra-progetto-manifesto presso Serpentine Galleries, Londra CGPS: Cominciamo con una domanda che pone Hans Ulrich Obrist nella…

Approfondisci

  • Prossimo

    Nanda Vigo, Trip’s Room

  • Precedente

    Joe Colombo e l’Antidesign

© 2023 Flash Art

  • Termini & condizioni