Flash Art utilizza solo cookie strettamente necessarie per il funzionamento del sito, per il legittimo interesse nel migliorare l'esperienza online e per rendere possibile o facilitare la comunicazione. Per maggiori informazioni consulta la pagina Termini & condizioni

Flash Art
Flash Art
Shop
  • Homepage
    • EDITORIALE
    • Prospettive
      • VETRINA
      • RECENSIONI
      • CONVERSAZIONI
      • ISTANTANEE
      • OPINIONI
      • In archivio
      • Sulla moda
      • Bold shelves
      • COSTELLAZIONI
      • CURRICULUM VITAE
  • FLASH ART ARCHIVE
  • FLASH ART ITALIA AWARD
  • DUNE
    • PSE Edizioni
    • FLASH ART MONO
  • In copertina
    • Shop
    • Abbonamento
    • Edizione digitale
    • CONTATTI
→
Flash Art

In Primo Piano

23 Luglio 2015, 1:25 pm CET

La sintesi di Marco Scotini

di Marco Scotini 23 Luglio 2015
Füsun Onur, Untitled, 1993–2012. Sedia, catena, dimensioni variabili. Foto: Anders Sune Berg. Veduta dell’installazione per Documenta (13), Kassel, 2012.

 

Leo Xu Projects, Shanghai. Foto: Nils Klinger; Tacita Dean, Fatigues, 2012. Materiali vari, dimensioni variabili. Courtesy Documenta (13), Kassel; Frith Street Gallery, Londra; Marian Goodman, New York/Parigi; Commissionato e co-prodotto da Documenta (13);
Leo Xu Projects, Shanghai. Foto: Nils Klinger; Tacita Dean, Fatigues, 2012. Materiali vari, dimensioni variabili. Courtesy Documenta (13), Kassel; Frith Street Gallery, Londra; Marian Goodman, New York/Parigi; Commissionato e co-prodotto da Documenta (13).

Premetto che il mio giudizio su Documenta 13 sarà parziale. Non solo perché, nonostante i tre giorni spesi a Kassel, non sono riuscito a vedere che una bassa percentuale dei lavori in mostra. Neppure perché credo si tratti di un giudizio relativo (dunque provvisorio, insufficiente, opinabile) come ogni parere può essere e, in realtà, è. Ma all’opposto perché vorrei fare della parzialità un momento di forza, una categoria teorica giusta con cui leggere questa esposizione monumentale. Ho sempre dubitato delle sintesi e con Documenta 13 siamo di fronte a qualcosa del genere. A partire dallo spettro di Harald Szeemann, in questa edizione c’è tutto: l’ecologia, l’educazione, la filosofia, la storia, la militanza, l’economia, etc. E ci sono anche tutti i modi per raccontarle: la scrittura, la performatività, il suono, la danza, il cinema, la collezione etnografica e, ancora, la coltivazione agricola. Ma il punto è che tutto viene integrato nell’identità e nell’unità dell’arte, filtrato e ordinato da un’istanza unitaria, olistica, che in nome del sensibile vorrebbe ricongiungere animato e inanimato, visibile e invisibile.
Documenta 13 è come un soggetto collettivo totalizzante, in cui l’uguaglianza delle parti è ottenuta dall’integrazione, dalla soppressione delle differenze, delle asimmetrie economiche e sociali, delle distanze spaziali e temporali che sono chiamate a riunirsi in un tutto organico impossibile. Dunque: la Kabul esotica di Boetti e di Francis Alÿs s’incontra con il Sahara de La Cooperativa Unidad Nacional Mujeres, la storia del monastero di Breitenau di Ines Schaber e Avery F. Gordon con il passato raccontato da Haris Epaminonda e Daniel Gustav Cramer, gli oggetti del Museo di Beirut danneggiati dalla guerra libanese con i vasi e le bottiglie dell’atelier bolognese di Giorgio Morandi usate come modello per le sue nature morte. Ma dove sono le molteplicità, le eterogeneità frammentarie, gli elementi nomadi e le forze centrifughe della realtà contemporanea? Sembra che ogni elemento sia destinato a ritornare al posto e al ruolo predefinito: i temi ecologici nel Karlsaue Park, quelli scientifici nel gabinetto di Astronomia e Fisica dell’Orangerie, quelli biologici nel Museo di Storia Naturale, e così via. L’archivio e le mappe sui dati dell’economia di Mark Lombardi stanno all’atlante di mele di Korbinian Aigner, come queste ultime stanno agli esperimenti sulla fisica quantistica di Anton Zeilinger. Perché mettersi dalla parte del tutto? Di quale unità possiamo ancora farci sostenitori, senza tradire le istanze delle molteplicità di oggi? Solo quindici anni fa Documenta 10 aveva presentato, all’interno di una cornice espositiva letteralmente e irrevocabilmente frantumata, una pluralità di spazi paralleli ed eterogenei di visibilità, di leggibilità, discorsivi e no, fisici, virtuali, etc. che aprivano a un nuovo terreno non più dialettico ma conflittuale. E ora perché questa totalità organica, proprio quando il modello finanziario tedesco rappresenta il principale esempio di svolta autoritaria del Neoliberismo minacciando addirittura la scissione dall’euro? È così che in questa Documenta il pubblico sarà tentato solo di apprezzare singoli pezzi, pescando i migliori qua e là, per poi finire con il riaffermare le classiche assegnazioni e distribuzioni di ruoli e funzioni artistiche.

Füsun Onur, Untitled, 1993–2012. Sedia, catena, dimensioni variabili. Foto: Anders Sune Berg. Veduta dell’installazione per Documenta (13), Kassel, 2012.
Füsun Onur, Untitled, 1993–2012. Sedia, catena, dimensioni variabili. Foto: Anders Sune Berg. Veduta dell’installazione per Documenta (13), Kassel, 2012.

Oggi la sintesi può essere solo unilaterale. Una politica culturale all’altezza della (grave) situazione attuale riconosce soltanto parzialità frammentarie, minoranze che, da sole, hanno la capacità di incidere sulla trasformazione del reale.

Condividi questo articolo
  • Facebook
  • Twitter
  • Mail
Altri articoli di

Marco Scotini

T-Yong Chung

23 Luglio 2015, 11:54 am CET

Chiedi la strada anche se la sai. (Proverbio coreano) Figlio di uno scultore, dopo aver studiato scultura a Seul,…

Approfondisci

The New Aesthetics, II

23 Luglio 2015, 12:37 pm CET

Doveva succedere, e alla fine, inevitabilmente è successo: il Concettuale — la matrice di dispositivi di senso alternativa e anti-istituzionale…

Approfondisci

Kassel & Berlino

23 Luglio 2015, 1:15 pm CET

Vi invio una mia impressione sulla mostra, e qualche riflessione in rapporto ad altre biennali e grandi mostre dei…

Approfondisci

Domenico Gnoli

24 Luglio 2015, 10:16 am CET

Pubblicato originariamente in Flash Art Italia no. 304 Luglio – Settembre 2012. Maurizio Cattelan: Stiamo facendo questa cosa in occasione…

Approfondisci

  • Prossimo

    Luogo Non – luogo

  • Precedente

    Sophie Calle

© 2025 Flash Art

  • Termini & condizioni