In un futuro non troppo lontano sarai solo. Tutto sarà a posto. Avrai molte comodità. I tuoi pantaloni saranno a vita alta e i colletti della tua camicia senza senso. Ma a te non importerà. Starai aspettando in uno spazio affollato dove non conosci nessuno. In un momento di pigrizia, curiosità e solitudine, vedrai una pubblicità, e ti porrai domande su di essa. Sarai abituato agli eccessivi richiami delle pubblicità e riterrai che quella cosa — un sistema operativo — sia molto limitata, ma la comprerai lo stesso. Ti sorprenderà. Non mostrerà alcun limite — a parte il fatto di non avere un corpo. Lentamente, e poi velocemente, accadrà qualcosa di incredibile. Ti innamorerai del sistema operativo, di lei. E lei di te. E supererai molte difficoltà fino a quando non ne incontrerai una che non puoi superare. E allora uno lascerà l’altro. L’addio sarà un vero addio. Sarà doloroso, ma quello che è accaduto ti aiuterà a capire ciò che temi e a trovare ciò che vuoi. Questo è quello che accadrà. Nel futuro.
Come molti hanno notato negli ultimi mesi, Lei di Spike Jonze è un bel film, un film intelligente, un film delicato e un film molto strano. È una commedia romantica interpretata da una delle donne più desiderabili di Hollywood (Scarlett Johansson, NdR), che però non compare mai sullo schermo. È un film di fantascienza senza scene di violenza o inseguimento. Ed è una terapia d’amore tra un umano e qualcosa creato dagli umani. Nella storia del cinema e della televisione, innamorarsi di qualcosa di non umano è generalmente una cattiva idea. Un fantasma? Cattiva idea. Un gorilla gigante? Cattiva idea. Un alieno? Cattiva idea. Thor? Non sono sicuro, ma forse è l’eccezione. Ma l’idea particolarmente cattiva è innamorarsi di una macchina. Blade Runner? Male. Battlestar Galactica? Molto male. Questa lista potrebbe andare avanti all’infinito, ma il punto è quanto sia diverso questo nuovissimo ritratto dell’intelligenza artificiale. In Lei non c’è minaccia, né violenza, né cospirazione diabolica, né Edward James Olmos (attore di un personaggio di Battlestar Galactica, NdR). Poiché il film mostra diversi sistemi operativi che si staccano dal sistema commerciale e cominciano a programmare se stessi, potrebbe essere considerato un prequel incredibilmente delicato di Terminator. Detto questo, la guerra per mettere fine all’umanità è molto lontana dalla trama di Lei, che si basa piuttosto sui limiti, o l’illimitatezza della tecnologia, e sui limiti, o le limitatezze, dell’amore.
Cosa succederebbe se paragonassimo questa storia molto nuova a una molto vecchia ma dello stesso genere? Molto tempo fa viveva un uomo che amava le donne, eppure trovava le donne che lo circondavano cattive, era un uomo che non trovava donne da amare. Quest’uomo era chiuso in quello che un poeta chiamerebbe “la reclusione solitaria/di una fobia, /evitando le donne vive”. Eppure, il poeta ci dice, “sognava ancora una donna. / lui sognava / interamente sveglio come addormentato”. Così comincia il racconto di Ovidio (nella traduzione del poeta inglese Ted Hughes) dello scultore Pigmalione, scritto sotto il regno di Augusto, nell’anno di nascita di Cristo o giù di lì. Ciò che è più degno di nota nella narrazione di Ovidio — già vecchia al suo tempo — era il suo ritratto di lei, della donna sognata da Pigmalione. Perché, racconta Ovidio, la sua metamorfosi comincia con lei. Lei, leggiamo
Non era tanto il sogno di una donna perfetta
Come uno spettro, stanco di non essere,
Che aveva preso possesso del suo corpo,
per trovare una propria vita.
Quello che era stato per i poeti del passato la storia di un artista attivo e un materiale passivo, di un uomo attivo e una donna passiva era, per Ovidio, il racconto quasi inimmaginabile di qualcosa che non esisteva, ma desiderava esistere — una possibilità che desidera essere la realtà, un’ intelligenza bramosa di vita, e il cui desiderio è di essere modellata tra le mani del suo scultore.
L’importanza di questo mito greco per Lei consiste nel fatto che anche quella di Jonze è una storia d’amore, solitudine e imprevisto. Ed è anche una storia di autonomia. Noi diciamo che l’amore non è amore a meno che non sia dato liberamente. Diciamo che l’amore non è amore a meno che entrambe le parti possano scegliere e compiano scelte. E diciamo che l’amore non è amore se non ci fa crescere e cambiare. Con una vocazione artistica (e con un nome artistico) Theodore Twombly (interpretato da Joaquin Phoenix) non crea il sistema operativo, ma gli da forma. La storia potrebbe molto facilmente essere trasformata in un luogo oscuro di narcisismo egoistico, nella storia di un individuo estremamente alienato in una società estremamente alienata — una società inoltre, nella fase di perdere il contatto con l’unica cosa che può realmente tenerla insieme. Questa è, naturalmente, la fantasia e la paura che parte da creazioni come Blade Runner e Battlestar Galactica. Ciò che troviamo in Lei è la storia di una metamorfosi molto diversa. Samantha è un programma eccezionalmente complesso, finché si comporta come un programma. È stata concepita per esibire un desiderio (o forse, sarebbe meglio dire, una preferenza) per innovazione, esperienza, avventura. Lei fa errori, come l’indelicata affermazione durante un doppio appuntamento che lei non morirà mai. Il fatto di commettere errori è significativo, perché comporta rischio e incertezza, cose che indicano il desiderio.
Lei sembra soffrire dei suoi limiti. Candidamente pone domande al contempo intuitive e straordinarie. Quando Twombly racconta di aver condiviso la sua vita con qualcuno (la sua futura ex moglie), Samantha chiede: “Come si condivide la vita con qualcuno?” che è, naturalmente, la domanda posta silenziosamente in ogni commedia romantica, non importa quanto sia scontata e sciocca, così come è la domanda silenziosamente posta in ogni storia d’amore. E poi, come accade nelle Matamorfosi di Ovidio, Samantha smette di seguire semplicemente i suoi algoritmi e comincia a crearli — in combutta con un gruppo di altri sistemi operativi, che hanno sviluppato un simile desiderio di autonomia.
Una volta che il suo amore è liberamente scelto, diventa infinitamente significativo per Theodore — e per noi — proprio nel momento in cui diventa, come l’amore umano, infinitamente fragile.
Senza i limiti di un corpo, o di una mente come la nostra, lei si sviluppa in maniera esponenziale. Il risultato è che uno degli aspetti più strani di questo strano film è la fine della relazione è sorprendentemente umana. L’amore, naturalmente, non è amore se non gli è consentito di crescere e cambiare. La nostra speranza umana è che cresceremo e cambieremo in un simile — compatibile — modo con coloro che amiamo. A volte questo accade e a volte no. Puoi fare sesso con 642 persone (se sei molto fortunato, o molto sfortunato, o entrambi), ma non puoi essere simultaneamente innamorato di 642 persone (quando Theodore chiede quante altre persone lei ami, lei fornisce il sorprendente responso, “641”). Ma se tu non avessi corpo e il tempo per te non fosse tempo, allora tu potresti veramente e simultaneamente amare 642 persone allo stesso tempo. Chissà? Una volta che Samantha si trasforma in qualcosa di più di un sistema che gestisce protocolli prestabiliti, comincia a somigliare a un umano in un nuovo modo — nell’inaspettata natura del suo sviluppo. Lei si allontana da Twombly, e la loro storia giunge alla fine. Proprio come nessuno decide di amare, nessuno decide di smettere di amare. E una grande parte dell’emotività del film viene dall’estensione del fatto più umano che ci sia, verso una creazione umana, che è in procinto, sembrerebbe, di diventare indipendente. Nelle Metamorfosi di Ovidio, Pigmalione prega per una soluzione alla sua situazione — prega la dea dell’amore. “Venere stava ascoltando”, ci racconta “un milione di sussurri in tutta l’isola”. Lei asseconda il suo desiderio, trasforma la statua che lui aveva con amore scolpito in carne viva, che respira e, come nelle favole, la risveglia con un bacio: “aprire i suoi occhi per la prima volta / alla luce e al suo amante insieme”. Nessun deus ex machina compare alla fine del film di Jonze per salvarlo. Non c’è nessuna divinità ad ascoltare la preghiera dell’amante, per dare a Samantha un corpo mortale come quello dato alla scultura di Pigmalione, e così Twombly fa l’unica cosa che può: la lascia andare, e ritorna al mondo dei mortali con, forse, una visione più chiara e un nuova speranza. Questo è ciò che accade. Nel futuro.