Flash Art utilizza solo cookie strettamente necessarie per il funzionamento del sito, per il legittimo interesse nel migliorare l'esperienza online e per rendere possibile o facilitare la comunicazione. Per maggiori informazioni consulta la pagina Termini & condizioni

Flash Art
Flash Art
Shop
  • Homepage
    • EDITORIALE
    • Prospettive
      • VETRINA
      • RECENSIONI
      • CONVERSAZIONI
      • ISTANTANEE
      • OPINIONI
      • In archivio
      • Sulla moda
      • Bold shelves
      • COSTELLAZIONI
      • CURRICULUM VITAE
  • FLASH ART ARCHIVE
  • FLASH ART ITALIA AWARD
  • DUNE
    • PSE Edizioni
    • FLASH ART MONO
  • In copertina
    • Shop
    • Abbonamento
    • Edizione digitale
    • CONTATTI
→
Flash Art

Spotlight

27 Luglio 2015, 10:33 am CET

Marisa Merz di Marianna Vecellio

di Marianna Vecellio 27 Luglio 2015
Marisa Merz, Senza Titolo, s.d. Due teste di argilla cruda, pittura oro su treppiede in ferro, 16 x 16 x 12 cm. Collezione dell’artista. Courtesy Fondazione Merz, Torino. Foto: Paolo Pellion.

 

Marisa Merz, Senza Titolo, s.d. Due teste di argilla cruda, pittura oro su treppiede in ferro, 16 x 16 x 12 cm. Collezione dell’artista. Courtesy Fondazione Merz, Torino. Foto: Paolo Pellion.
Marisa Merz, Senza Titolo, s.d. Due teste di argilla cruda, pittura oro su treppiede in ferro, 16 x 16 x 12 cm. Collezione dell’artista. Courtesy Fondazione Merz, Torino. Foto: Paolo Pellion.

La mostra di Marisa Merz “Disegnare disegnare ridisegnare il pensiero immagine che cammina” alla Fondazione Merz di Torino (fino al 16 settembre), è il secondo momento di un progetto inaugurato l’estate scorsa alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Intitolata “Marisa Merz — non corrisponde — eppur fiorisce —” la prima tappa aveva luogo nelle sale storiche della Fondazione veneziana e impostava un dialogo discreto rispetto all’immensa seppur rarefatta operazione realizzata negli spazi di Torino. Tuttavia le due mostre non si escludono a vicenda, al contrario sottolineano la sintonia e condivisione di una processualità che non si esprime nella sola operazione espositiva. Marisa Merz già sapeva che la mostra non corrispondeva — ma fioriva.
Una sorta di antologica quella di Torino che, sfuggendo percorsi e perimetri cronologici, dà forma a un complesso e totale universo creativo e illustra le modalità lavorative dell’artista, il suo modo di creare connessioni e relazioni di senso nuove tra le opere. Più di cento lavori selezionati senza alcuna preordinazione dall’artista stessa; tra quelli storici riconosciamo subito Altalena per Bea e L’arpa; numerosi dipinti e sculture Senza titolo — come spesso usa chiamarli l’artista; e altre installazioni note e ignote, espressioni di un incessante lavorio di quel disegnare disegnare ridisegnare, che per Merz non si compie mai del tutto e diventa un modo incessante di porre domande e di far vagare il pensiero: poiché non è l’opera che è importante ma il farla. Il tempo a sua volta è sospeso, quasi sottratto, e soprattutto mai indicato dall’artista che ne fa a meno, lasciando le opere in un’incertezza temporale che restituisce l’idea di universalità, tema centrale per l’Arte Povera alla cui storia l’artista è legata in modo così autonomo e singolare. Ricordiamo che Merz esordiva nei primi anni Sessanta e che da allora si è distinta per l’uso di un linguaggio processuale poetico e profondamente personale, libero da rigorismi concettuali e minimalisti.
La mostra di Torino, tanto soave quanto intensa, è espressione coerente di un lavorare dell’artista che si confronta continuamente con l’idea di incompiuto, la cui unica “finitezza” — potremmo immaginare — è affidata al filo silenzioso e trasparente che tiene insieme le singole opere in un’unica grande storia.

Fondazione Merz, Torino.

Condividi questo articolo
  • Facebook
  • Twitter
  • Mail
Altri articoli di

Marianna Vecellio

T-Yong Chung

23 Luglio 2015, 11:54 am CET

Chiedi la strada anche se la sai. (Proverbio coreano) Figlio di uno scultore, dopo aver studiato scultura a Seul,…

Approfondisci

The New Aesthetics, II

23 Luglio 2015, 12:37 pm CET

Doveva succedere, e alla fine, inevitabilmente è successo: il Concettuale — la matrice di dispositivi di senso alternativa e anti-istituzionale…

Approfondisci

Kassel & Berlino

23 Luglio 2015, 1:15 pm CET

Vi invio una mia impressione sulla mostra, e qualche riflessione in rapporto ad altre biennali e grandi mostre dei…

Approfondisci

La sintesi

23 Luglio 2015, 1:25 pm CET

Premetto che il mio giudizio su Documenta 13 sarà parziale. Non solo perché, nonostante i tre giorni spesi a…

Approfondisci

  • Prossimo

    Bianco Vermeer

  • Precedente

    Diango Hernandez

© 2025 Flash Art

  • Termini & condizioni