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17 Luglio 2015, 1:14 pm CET

Museo Apparente di Fuani Marino

di Fuani Marino 17 Luglio 2015
Marco Zezza, Unità Disunità, 2012. Materiali vari.

 

Marco Zezza, Unità Disunità, 2012. Materiali vari.
Marco Zezza, Unità Disunità, 2012. Materiali vari.

Il Museo Apparente “sboccia” a Napoli, nel giardino privato dell’artista Corrado Folinea, che ha scelto di rendere casa sua — in vico Santa Maria Apparente 17 — residenza per talenti in transito e luogo di sperimentazione. Piattaforma (solo apparentemente) ibrida e non ancorata al suolo, museo “ready made” di matrice duchampiana, lo spazio inaugura con la personale del collettivo franco-tedesco Internationale Surplace. Ma sotto quali sembianze “appare” il museo? Quelle di “Hanna”: un garage in legno dal tetto spiovente composto da tavole di pino finlandese, modificato in alcune delle sue componenti essenziali e installato in un angolo posteriore del piccolo hortus conclusus.
Qui prendono forma, di volta in volta, progetti site specific orientati al sociale e alla contaminazione fra linguaggi e culture diverse. In particolare, la mostra appena inaugurata “Prime luci dell’alba” firmata da Marco Zezza (Napoli, 1974) affronta il tema della crisi, “epistemica oltre che economica” del nostro tempo e dell’arte, attraverso collage che, imbrigliati in una griglia geometrica, riassemblano frammenti della storia d’Italia racchiusi in libri antichi e materiali d’archivio, ricomponendoli in una narrazione ulteriore. Analogamente, il Museo Apparente si pone, con la sua attività, come una sorta di rilettura dell’arte e delle sue possibilità di manifestarsi in luoghi insoliti, nonché reazione alla sparizione di spazi istituzionali legati all’arte contemporanea. Siamo di fronte a uno spazio d’artista, non puro contenitore di opere, ma punto di incontro e scambio delle diverse esperienze, nonché epicentro di una più ampia riflessione sul ruolo e sulla (de)localizzazione dell’espressione artistica.

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