Luigi Ontani Massimo De Carlo / Milano di

di 26 Marzo 2019

“Albericus Belgioiosae Auroborus” suona come una formula magica che apre le porte di Palazzo Belgioioso dove, negli spazi della galleria Massimo De Carlo, Luigi Ontani presenta un nuovo ciclo di lavori ceramici policromi realizzati per l’occasione con una raffinatissima tecnica impreziosita dall’uso dell’oro zecchino. I riferimenti architettonici e iconografici all’antico palazzo nobiliare milanese si mescolano a rimandi alla tradizione artistica e popolare, alla simbologia orientale ed esoterica e all’autocitazione, formando un’enciclopedica e stratificata narrazione che si intreccia indissolubilmente alla specificità del contesto.

L’aggiunta di elementi antropomorfi come bocche, nasi e orecchie trasforma i bassorilievi in grandi maschere iconiche che declinano, con la consueta attitudine ludica e giocosamente infantile, i temi fondamentali della poetica ontaniana: la simulazione e la ricerca identitaria con rimandi colti al travestitismo, al teatro e alle diverse forme della rappresentazione popolare – dai misteri medievali al carnevale fino ai tableaux vivants – e a un immaginario fantastico ed esotico, sottilmente seduttivo. Nell’eterno presente dell’arte tout se tient: Ontani ne riscrive la storia riservando sempre sorprese inaspettate.

Ogni opera è un universo possibile – una mostra nella mostra – in cui i titoli sono arguti e ironici giochi di parole che fungono da indizi interpretativi come in MalinCOstaNzIA (2017-2018) la maschera a forma di libro aperto che rimanda all’originaria destinazione dell’attuale sala espositiva – già biblioteca della principesca dimora – o PalmAltrove (2017-2019) che riprende la forma a stella della decorazione pavimentale che si rispecchia nel soffitto o ancora EpipìStemma (2017-2019) attualizzazione del blasone della casata o ancora Albericus Belgioiosiae Auroborus (2017-2018) un omaggio al principe Alberico di Belgioioso che commissionò a Piermarini la costruzione del Palazzo, qui ritratto nelle sembianze dell’artista. Originale e complessa la ricerca di Ontani è “luiginotanomorfa” – come è stata spesso definita – non riconducibile ad altro che a se stessa. Fedele erede e allo stesso tempo traditore della storia bulimicamente letta e riletta “a memoria” e trasformata in simulacro, Ontani supera felicemente la dicotomia vero e falso per spingere l’imitazione all’estremo nella sperimentazione di un’identità liquida, polimorfa, mimetica che diventa una strategia di sopravvivenza e un antidoto alla precarietà dell’esistenza.

 

Altri articoli di

Rossella Moratto