Chi è AWI
[ART WORKERS ITALIA] è un gruppo informale, autonomo e apartitico, di lavoratrici e lavoratori delle arti contemporanee, formatosi su base partecipativa nel contesto dell’attuale crisi dovuta alla pandemia di Covid-19.
Il gruppo include tutte quelle figure che operano all’interno di enti e istituzioni pubbliche e private per l’arte contemporanea – come musei, fondazioni, associazioni culturali, accademie, spazi indipendenti, gallerie – e/o che svolgono una libera professione in collaborazione con esse.¹ In questa sede ci riuniamo per veicolare le nostre istanze con voce indipendente.
Siamo art workers: artiste², performer, curatrici, assistenti curatori, ricercatrici, educatori museali e mediatrici culturali d’arte, allestitori, producer, tecnici dell’illuminotecnica e del suono, registrar, videomaker, critiche d’arte, art writer, storici dell’arte, guardasala, trasportatrici, assistenti di galleria, project manager, consulenti, coordinatrici, restauratori, grafici, illustratrici, fotografe, animatori, assistenti di studio, comunicatrici, social media manager e addetti ufficio stampa.
“Art Workers Italia”
Il nome “Art Workers Italia”³ sottolinea la convergenza tra prospettiva transnazionale e locale con cui operiamo: l’analisi della nostra condizione professionale avviene in dialogo con la comunità internazionale di lavoratrici e lavoratori dell’arte contemporanea, mentre la definizione di istanze e interlocutori si radica nel contesto storico e politico nazionale, in coordinamento trans-categoriale con le altre iniziative del [LAVORO CULTURALE PRECARIO] in Italia.
Perché nasce AWI
Art Workers Italia nasce contestualmente alla crisi sociale ed economica causata dalla pandemia di Covid-19. La crisi ha determinato, per molti lavoratori in contesto culturale, la sospensione e/o la perdita di impieghi e progetti. Inoltre, la stessa configurazione dei rapporti di lavoro è stata motivo di esclusione, nella maggior parte dei casi, da qualsiasi forma di ammortizzatore sociale, oltre che dai meccanismi di tutela previsti dal governo nel decreto “Cura Italia”, come la cassa integrazione in deroga o il bonus una tantum erogato dall’INPS.
La criticità della situazione, unitamente all’aumento della richiesta di contenuti digitali non retribuiti durante la quarantena da parte di enti pubblici e privati, ha fatto emergere con chiarezza alcune problematiche strutturali del settore.
Il nostro lavoro è prevalentemente contraddistinto da modalità contrattuali atipiche e intermittenti, e da una diffusa parcellizzazione e discontinuità dell’impiego che spesso degenera in precariato. La mancanza di enti di tutela specifici indebolisce altresì il nostro potere contrattuale e, unitamente a compensi spesso non adeguati agli orari e alla qualità del lavoro svolto, nonché al grado di formazione e all’esperienza richiesta, rende la nostra condizione lavorativa estremamente vulnerabile.
Questo accade in un settore in cui convivono meccanismi e standard propri dell’industria del lusso e salari poco al di sopra della soglia di povertà, intollerabili percentuali di lavoro sommerso e alti livelli di istruzione. È in tale scenario che si impongono forme di “retribuzione” alternative al compenso in denaro, legate alla visibilità, all’incremento dei nostri contatti e alla reputazione in vista di un futuro (ma incerto) posizionamento. Ne consegue l’affermazione di un sistema elitario⁴, l’implicito incoraggiamento a regimi di auto-sfruttamento e a dinamiche di competizione non favorevoli a un ambiente lavorativo sano e basato sul rispetto delle competenze, della formazione, dell’esperienza e della collaborazione.
Cosa fa AWI
Art Workers Italia accoglie e dà voce a urgenze e prospettive molteplici, attraverso modalità di ricerca collaborative e autoformative, facendo massa critica e lottando per il diritto incomprimibile al riconoscimento del nostro stato di lavoratrici e lavoratori. Il gruppo è strutturato in differenti tavoli, divisi per aree di indagine e d’ intervento, al fine di articolare proposte concrete sia nel contesto dell’emergenza in corso che nel lungo periodo.
L’attività di AWI è volta a definire, sviluppare e mettere a regime strumenti di tipo etico, politico, giuridico e contrattuale. Nella fattispecie, gli ambiti di intervento riguardano: il rafforzamento e lo sviluppo di misure definitorie e di tutela; lo studio delle specificità del settore no profit; la ricerca storica delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori dell’arte in Italia; l’analisi comparata delle buone pratiche già sperimentate in altri paesi UE ed extra-UE; l’identificazione di e il coordinamento con le altre iniziative nazionali e internazionali sulla tutela del lavoro cognitivo.
Principi etici di AWI
Art Workers Italia assume i principi di inclusività e sostenibilità come presupposti fondamentali del proprio operato: non possiamo e non vogliamo prescindere dalla relazione solidale con tutti i lavoratori e le lavoratrici sottopagate e sfruttate. Operiamo altresì in direzione di un cambiamento profondo che metta a valore l’obiettivo di un orizzonte egualitario per tutte le soggettività marginalizzate in rapporto al genere, all’etnia, alla classe sociale, alla disabilità, all’orientamento sessuale, alla religione, all’età, alla nazionalità.
AWI non è un progetto artistico o curatoriale ed è caratterizzato da una vocazione collettiva e non autoriale.
Gli obiettivi di AWI
Il riconoscimento delle specificità delle professioni che operano nell’arte contemporanea, la regolamentazione dei rapporti di lavoro, la redistribuzione delle risorse, la riforma e il ripensamento delle logiche dell’intero settore costituiscono la nostra imprescindibile prospettiva strategica, nel breve e nel lungo periodo.
In continuità con quanto è stato già intrapreso in passato, Art Workers Italia sta lavorando alacremente in dialogo con enti di ricerca, università, fondazioni e cooperative per: condurre indagini finalizzate alla descrizione quantitativa e qualitativa della condizione delle figure professionali dell’arte contemporanea in Italia; avviare attività formative rivolte alle professioniste e ai professionisti del settore; elaborare un codice di condotta etico specifico per il lavoro culturale, ma anche relativo alle operazioni finanziarie e di estrazione del valore ad esso legate.
Richieste relative all’emergenza Covid-19
In linea con le istanze già presentate da altre categorie sociali, AWI chiede al Governo Italiano:
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– l’introduzione di forme di sostegno economico di base che siano congrue alla gravità della situazione;
- – elaborare una carta delle professioni dell’arte contemporanea sul modello della Carta nazionale delle professioni museali;
- – per quanto concerne il lavoro subordinato, individuare nella normativa vigente le criticità relative alle nostre posizioni contrattuali; mettere a punto forme più coerenti con le nostre modalità lavorative, nell’ottica di proporre una o più bozze per future tipologie di contratto nazionale adatte alle diverse casistiche;
- – per quanto concerne il lavoro autonomo, proporre la creazione di nuovi codici ATECO o la riformulazione di quelli già esistenti allo scopo di renderli più adeguati alle nostre specifiche professionalità e aprire alla possibilità di beneficiare di tutele come l’indennità di disoccupazione, i permessi per la malattia, la maternità e i congedi parentali;
- – sviluppare delle proposte di equa retribuzione per le prestazioni in cui sono coinvolti artisti, artiste e le altre figure professionali (attività espositive, performance, conferenze pubbliche, workshop, proiezioni, riproduzioni ad uso commerciale / non commerciale, contributi per installazione e curatela di mostre) nonché promuoverne l’applicazione e il monitoraggio;
- – chiedere l’adesione del governo italiano a raccomandazioni come lo Statuto sociale degli artisti – Risoluzione del Parlamento europeo del 7 giugno 2007 sullo statuto sociale degli artisti (2006/2249(INI)), e il loro aggiornamento in una prospettiva consona alle attuali esigenze del settore;
- – implementare le procedure d’accesso, a livello nazionale e regionale, ai fondi speciali europei dedicati alla produzione, all’acquisizione di progetti e opere, alla formazione artistica e ad altre prestazioni professionali di ricerca e sviluppo;
- – suggerire la costituzione di un fondo per gli artisti visivi anche attraverso l’implementazione e la valorizzazione del già esistente Fondo per artisti dell’INPS PSMSAD;
- – proporre una ristrutturazione del sistema di bandi e dei premi per rendere l’accesso ai finanziamenti più trasparente, inclusivo e aderente ai reali processi di produzione culturale, così come della normativa sulla formazione artistica in Italia. Subordinare la ricezione dei finanziamenti pubblici all’equa remunerazione degli artisti e dei professionisti dell’arte coinvolti nel progetto;
- – proporre l’ampliamento della platea degli enti che possono accedere a forme di mecenatismo – come l’Art Bonus – e delle attività che può sostenere, unitamente a ulteriori agevolazioni fiscali per le erogazioni liberali a sostegno dell’arte contemporanea;
- – facilitare le forme di sponsorizzazione in arte contemporanea colmando il gap informativo esistente fra possibili sponsor e sponsee;
- – rafforzare le azioni intese a promuovere la formazione professionale degli artisti, la ricerca artistica e il ruolo dell’educazione all’arte contemporanea nel sistema formativo italiano.
– l’estensione delle misure già previste dal decreto “Cura Italia” a coloro che non godono ancora di alcun ammortizzatoresociale, condizione che interessa la maggior parte delle persone che operano nel settore in quanto soggette a contratti di lavoro intermittente, di prestazione occasionale o che difficilmente raggiungono il numero minimo di giornate contributive necessarie;
– la conferma degli stanziamenti previsti dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo a beneficio diprogetti ed eventila cui realizzazione era prevista per il 2020/2021 e, laddove necessario, la riallocazione per attività di ricerca e produzione, rivedendo i termini e le condizioni che potrebbero confliggere con la necessità di contenimento della pandemia;
– il riconoscimento di sgravi fiscali e contributivi quali la proroga del saldo 2019 dell’imposta dell’anno in corso, la sospensione dell’acconto contributi “Gestione Separata” per le forme di lavoro autonomo sia in regime forfettario che ordinario, la sospensione degli indici sintetici di affidabilità ISA, nonché la calmierazione degli affitti – tramite credito d’imposta – per associazioni no profit e i locali a destinazione produttiva (ad esempio gli studi d’artista);
– la regolamentazione della politica dei compensi relativa alla produzione di contenuti digitali e on-line.
Obiettivi a lungo termine
Gli obiettivi a lungo termine su cui AWI lavorerà con enti e istituzioni riguardano diverse macro-aree legate alle tutele, all’istituzione di fondi speciali e al ripensamento del sistema dei bandi e della formazione artistica, agendo come un organismo in grado di connettere una costellazione di individui e associazioni, rappresentandone necessità e istanze nella sfera pubblica. Intendiamo nello specifico:
Conclusione
Le lavoratrici e i lavoratori dell’arte contemporanea sono presenti in maniera capillare e stratificata a tutti i livelli della produzione culturale nazionale e internazionale, con un impatto significativo sulla coesione sociale, la crescita intellettuale e civica delle comunità e con importanti ricadute economiche sui territori.
Con questo manifesto⁵ AWI compie un primo fondamentale passo per uscire da una condizione di invisibilità ingiustificata e inaccettabile, nella direzione di un pieno riconoscimento civile e politico delle specificità e del ruolo fondamentale svolto dalle professioniste e dai professionisti dell’arte contemporanea all’interno delle dinamiche locali e globali della produzione culturale.