Un ideale giardino dell’Eden post-postmoderno è quello messo in scena da Yves Scherer nella personale “By Your Side”– titolo tratto da una canzone della band inglese Sade – presentata da Cassina Projects a Milano. Al centro della sala è collocata l’opera omonima By Your Side (2020), sorta di fonte della vita e della giovinezza, reminiscenza di una piscina brutalista dell’architetto messicano Luis Barragán, da cui sgorgano fiotti acqua e, dal cemento, spuntano timidamente due fiori. Tutto intorno la natura esplode in una struggente, continua, primavera attraverso i quadri di grandi dimensioni, in bilico tra astrazione e figurazione – e con riferimenti alla New York School di Marc Rothko, Barnett Newman e Clyfford Still – Untitled (Spring), Untitled (Apple Tree) e Four Seasons, dipinti in Svizzera nel 2020. L’autunno arriva con Untitled (Autumn) (2020): nella stampa lenticolare i volti dell’attore Vincent Cassel e della moglie Tina Kunakey, novelli Adamo ed Eva nell’era della sovraesposizione mediatica, si fondono e confondono l’uno con l’altro, in uno scambio fluido, senza soluzione di continuità.
Nella sua pratica Scherer si confronta con mezzi e tecniche diverse. In mostra, inoltre, la scultura autoritratto Boy with Tree (2020) – trasposizione di una fotografia d’infanzia, filtrata della distanza della memoria e del ricordo, in cui si innerva, più o meno consapevolmente, il mito di Pinocchio (la figura del bambino, il tronco d’albero) –, la scultura in alluminio dipinto Sitting Girl (2020) –testimone muta degli accadimenti circostanti e vigile osservatrice dei visitatori – e Vacation, stratificazione e assemblaggio di elementi parte del vissuto quotidiano dell’artista, investiti di nuove valenze evocative.
Le celebrities – e la fascinazione da esse esercitata –, da una parte, il dato biografico e personale, dall’altro. Il tutto ibridato e trasposto in una dimensione fictional volta alla messa in questione di limiti e confini tra pubblico e privato, individuo e collettività, intimità ed estraneità. Nella sua indagine su identità e alterità, pervasa da un certo candore e stupor mundi, Scherer è, al contempo, protagonista e praesentia in absentia di una narrazione agrodolce, sospesa tra il nostalgico e il voyeuristico, tra azione e contemplazione, con un approccio pop –altra immancabile ideale icona, tra gli artisti americani, Andy Warhol. E non a caso Soft Pop, esplicita dichiarazione di poetica, è il titolo di un libro ideato da Scherer insieme a Marius Steiger per Ballostar Publishing. Un invito a riconsiderare l’uso delle immagini, il ruolo dei mass media e dei new media, il concetto di reale e le dinamiche della contemporanea società dello spettacolo. All’insegna di una rivoluzione, visuale, soffice e romantica.