Fondazione ICA Milano presenta Trovate Ortensia, mostra collettiva delle artiste e degli artisti partecipanti all’edizione 2019-2020 di Roma Calling, il programma di residenza transdisciplinare dell’Istituto Svizzero. L’esposizione, concepita e curata dal collettivo curatoriale Il Colorificio (Michele Bertolino, Bernardo Follini, Giulia Gregnanin, Sebastiano Pala) è realizzata in collaborazione con Istituto Svizzero e Fondazione ICA Milano.
Trovate Ortensia presenta il lavoro di Johanna Bruckner, Pauline Julier, Nastasia Meyrat, Real Madrid, Urs August Steiner e Anaïs Wenger.
L’esposizione trae spunto da La Libellula (Panegirico della libertà, 1958), “poemetto politico, femminista oltre che poetico” di Amelia Rosselli (1930-1996), poetessa, organista ed etnomusicista dalla formazione irregolare, cosmopolita e plurilingue, figura straordinaria che ha condotto una ricerca votata alla sperimentazione dei linguaggi spingendosi sino al loro dissolvimento.
Il testo de La Libellula è attraversato dalla figura spettrale e ambigua di Ortensia, ereditata dal poema in prosa di Rimbaud. In Rosselli, Ortensia oscilla tra una tensione verso l’esterno e un ritirarsi intimo e riparato. Il vibrare tra queste dimensioni, insieme alla rivendicazione di una libertà espressiva capace di soverchiare le convenzioni linguistiche e ai temi relativi alla cura, alla sessualità e alla morte che appaiono nel poema come tracce fantasmatiche, sono gli elementi che costituiscono la grammatica della mostra Trovate Ortensia.
La mostra
Urs August Steiner (1980, Zurigo; vive e lavora a Zurigo) e Nastasia Meyrat (1991, Losanna; vive e lavora a Ginevra) riflettono sulla vulnerabilità umana, interrogando il primo l’ibernazione dei corpi come strumento per trascendere il tempo e la seconda decostruendo il tentativo di addomesticare la natura e la sua violenza. Il collettivo Real Madrid (duo di artisti fondato nel 2015 a Ginevra) mostra la progressiva decadenza e svuotamento della giovinezza e della sensualità, mentre Anaïs Wenger (1991, Ginevra; vive e lavora a Ginevra) esplora le nozioni di presenza, assenza e performatività; Pauline Julier (1981, Ginevra; vive e lavora a Ginevra) propone un video che ricostruisce il periodo del lockdown a partire dal poemetto di Rosselli e Johanna Bruckner (1984, Vienna; vive e lavora a Losanna) affronta la dimensione pandemica illustrando il conflitto tra affermazione e resistenza, tra il diventare macchina e l’esistenza post-umana.
La mostra segue le atmosfere di Rosselli anche nelle scelte allestitive. Le opere abitano gli spazi di ICA secondo un moto rotatorio: il principio e la fine si congiungono seguendo un percorso quasi circolare.
Con questo progetto Fondazione ICA Milano rinnova il proprio interesse per la transdisciplinarietà delle pratiche artistiche e la valorizzazione delle giovani generazioni, riconfermando nuovamente la volontà e l’importanza di collaborare con istituzioni e realtà diverse attive sul territorio nazionale e internazionale.