“A house for a gentleman”, la prima personale portoghese di Giulio Scalisi presso Kunsthalle Lissabon, è allo stesso tempo la storia di una casa e di un gentiluomo ambientata in un futuro distopico non troppo lontano. In questo scenario, l’umanità è stata costretta ad adottare uno stile di vita speso principalmente all’interno dello spazio domestico, dal momento che le condizioni umane non sono più adatte al mondo esterno. Ogni aspetto di questa vita si concentra nelle quattro mura della casa: dormire, mangiare, lavorare, ma anche l’esercizio fisico e gli appuntamenti. Il contatto fisico è ridotto al minimo, a parte quello con i corrieri o con amanti sporadici.
La ricerca di Giulio Scalisi si è sempre concentrata sulla creazione di scenari paralleli, in un tentativo di rispecchiare il nostro attraverso diversi media e forme, tra cui i video, i fumetti, le installazioni e i disegni. Le opere di Scalisi sono spesso immaginate come iperboli che rappresentano delle situazioni volutamente semplificate per mettere in luce i modi con cui la nostra vita quotidiana potrebbe facilmente degenerare. Una distopia rassegnata con una buona dose di introspezione sembra essere l’arma affilata per l’analisi interiore, e per la produzione di futuri alternativi.
La mostra concepita per Kunsthalle Lissabon presenta due aspetti della stessa realtà fantascientifica. Entrando nella prima stanza, l”atmosfera è quella di un negozio di articoli tecnologici, in cui vengono esposti gli ultimi articoli sul mercato. Su un piedistallo è esposta una dettagliata maquette di The Obelisk, il prototipo abitativo lanciato da Babel. Alle pareti tre stampe mostrano all’acquirente da un lato i vantaggi del nuovo modello abitativo (The Obelisk Ad, 2021; What’s the right size for you? 2021), dall’altro i terribili rischi della vita all’aria aperta (Do yourself a favor, 2021).
Nella seconda sala è proiettata la giornata tipo di Paul Baseth, protagonista di questa distopia. La sua routine quotidiana, fatta di esercizio fisico, chiacchiere, lavoro, appuntamenti e ricerca, non sfugge mai all’occhio attento di Home, l’assistente virtuale che si trova in ogni casa realizzata da Babel.
Tuttavia, quello di “A house for a gentleman” non è solo un mondo distopico, ma anche un viaggio attraverso i fantasmi che popolano i nostri giorni cupi di solitudine, quelli in cui ci sembra di perdere ogni contatto con la realtà, o almeno con quella realtà che ormai vive solamente nei nostri ricordi di un passato idealizzato.