Olympia Scarry “White Noise” ICA / Milano

4 Marzo 2022

In occasione della sua personale “White Noise” presso ICA Milano, l’artista svizzera americana Olympia Scarry ha prodotto un nuovo corpus di opere scultoree che catturano le tracce del tempo e del suono impresse nella materia organica sintetizzata. I minerali cristallizzati del tempo geologico, o tempo profondo, si trasformano nelle venature traslucide in onice, mentre i disegni incisi nella pietra ne interrompono lo scorrimento. Linee simili a moiré, che in termini matematici rappresenta un’interferenza su larga scala e che in fisica è considerato un “battito” sonar (quando due forme identiche non si sovrappongono esattamente), vengono qui riprese da pitture a olio su carta come una cascata di conversazioni.

Il sapone è un processo di purificazione, un processo di tentata conservazione irraggiungibile. I grassi immagazzinati continuano a bruciare nella cavità interna, evolvendosi con le condizioni ambientali ed esponendo i segni del tempo. Il vetro borosilicato, materiale utilizzato per gli esperimenti di laboratorio e nell’ambito dell’ottica, giace sul pavimento legato in fasci come un cavo in fibra ottica che collega un elemento dello spazio vuoto a un altro. La luce opera la sua metamorfosi ondulatoria come conduttrice di luce, linee parallele si incontrano solo nel punto dell’infinito.

Gli interventi artificiali all’interno degli elementi naturali creano un’alchimia di immobilità sfidati dal suono e dal tempo. “White Noise”, il suono bianco, è in altre parole un suono trasmesso in modo casuale che può avere uguale intensità a frequenze diverse e al quale è conferita una densità di potenza costante come nella luce bianca, che pur apparendo tale è definita come la miscela complessa di tutte le lunghezze d’onda dello spettro visibile. Il lavoro di Scarry risuona attraverso la materialità.

In questa specifica occasione, le opere scultoree di Scarry sono poste in relazione con le pratiche video e performative degli artisti Allora & Calzadilla e Stephen O’Malley.

Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla, duo artistico basato a San Juan, Porto Rico, presentano il video Breaking Into Trunks, che si configura come una meditazione sugli ordini interiori dell’universo. Ispirato dalle visite presso la località svizzera Gstaad-Saanenland, il film svela il processo di abbattimento di un albero bicentenario avvenuto durante l’ultima luna piena autunnale nel 2016, momento in cui la linfa ha raggiunto il suo livello più basso, rendendo il legno più secco e le sue proprietà acustiche migliori. La musica del film è composta interamente da un violino, mentre una voce fuori campo racconta parti di una storia attribuita al filosofo taoista della fine del IV secolo a.C. Zhuangzi intitolata Breaking into Trunks, che contempla la natura della saggezza e i suoi effetti sull’ordinamento del mondo. Dalla caccia al bosco dei violini, alla ricerca della misteriosa particella del bosone di Higgs nel vicino Cern e al sistema di conteggio usato dai contadini locali, il video traccia un percorso di ordine e disordine, bellezza e caos.

Nel corso della mostra, Stephen O’Malley presenterà una composizione intitolata Avaeken, eseguita dall’ensemble di chitarre elettriche belga ZWERM. Avaeken prende il nome da una quercia millenaria sull’isola di Faro a Gotland, in Svezia. Quest’albero reale, sopravvissuto attraverso epoche e condizioni meteorologiche insondabili, viene utilizzato per ricordare la brevità dell’esistenza umana nell’immenso spazio-tempo e al tempo stesso l’ispirazione del luogo e della presenza della coscienza. Nell’interpretazione di O’Malley, quattro musicisti suonano chitarre elettriche standard e sostengono toni microtonali, resi più puri e costanti perché privi del suono di attrito della tastiera, delle corde o dell’arco. Ogni chitarrista esegue un’intonazione sonora separata attraverso un apposito amplificatore disposto nella stanza per visualizzare i fenomeni di battito delle armoniche nello spazio della sala. Durante i venti minuti della performance, forme ritmiche e strutturali si muovono nello spazio, accendendo l’aria e stimolando i corpi presenti.

Cerca altri articoli

On View