Lou Masduraud
 “Get out of Here” ADA / Roma di

di 12 Marzo 2024

Ho modellato delle sculture che assumono la forma di buchi.

Ci sono 6+1 buchi in bronzo che ho chiamato “Regard”, termine francese che significa “sguardo”, ma che è anche il nome attribuito a un foro nei marciapiedi per scrutare sotto l’asfalto, osservando condotti e canalizzazioni. Solitamente si tratta di una lastra di ghisa, ma in questo caso sono cerchi verticali di dimensioni modeste, realizzati in bronzo lucidato, eppure, prima di tutto, sono buchi.

Scolpire un buco è complesso perché si tratta di creare un vuoto anziché plasmare la materia. E attraverso questo vuoto, si apre un passaggio. Devo dunque delineare i contorni del buco: un contesto da attraversare, superare, perforare. Si tratta dell’incorniciatura di una porta imponente, un’occasione per una possibile effrazione mentale, una fuga, un piano di evasione, una nuova via per liberarsi da qui.

Nel corso degli ultimi anni, ho scolpito diversi buchi: bocche, orecchie, grate di aerazione, passaggi segreti. Ogni volta che scolpisco, lascio dei vuoti. Un buco in un volto, un dente, una fontana, una casa, un muro, una recinzione. Essi fungono come valvole tra un mondo invisibile e sotterraneo e un esterno rigoglioso e generoso. Un bacio irresistibile con la libertà. Una sorta di ribaltamento, di possibili rivoluzioni.

Vorreste dare uno sguardo all’interno? Scivolare oltre la soglia della realtà per giocare con l’abisso?
Dare il via a una rivolta? Assaporare l’acqua cristallina? Trovarvi faccia a faccia con il vostro alter ego o osservarvi dall’esterno?
NON STO PARLANDO SOLTANTO DI SESSUALITÀ, ANCHE SE UN PO’ SÌ.
Ma non è solo questo: non è un buco di natura sessuale, anzi, non esiste un buco di quel genere – è piuttosto un varco per immergersi in un altro mondo e lasciarsi andare. Costruirsi sempre a stretto contatto con l’altro, va bene. Spiare attraverso la serratura, va bene. E talvolta, spalancare tutto, far entrare l’aria.

Vi state chiedendo come sarebbe se tutto crollasse, se spalancaste la porta? Un enorme vuoto di correnti d’aria e il mondo capovolto, in preda al sudore. Dall’altra parte potrebbe spuntare una testa, addirittura un corpo intero. Immagino vividamente una scena del genere in un film. Ribaltare la realtà su se stessa come si farebbe con un calzino. Tutto trema, un bicchiere si rompe, e poi tutto è scombinato, aspirato. Un grande vortice visivo di forme, materia, ricordi di tutta una vita attraverso quel minuscolo buco, e BAM, tutto torna al suo posto, è simile, ma diverso. Questi sono i tipi di buchi che scolpisco.

Lou Masduraud tradotto da Costanza Candeloro.

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