“Linee dell’Invisibile” (Görünməyənin cizgiləri) è il titolo della grande mostra dello scultore Gianfranco Meggiato, allestita a Baku, la capitale dell’Azerbaijan, nell’Heydar Aliyev Center, uno dei più importanti complessi culturali dell’Asia, gioiello dell’architettura contemporanea, progettato da Zaha Hadid.
L’esposizione, inaugurata nelle scorse ore, potrà essere visitata fino al 26 ottobre e presenta 39 opere, alcune delle quali di dimensioni imponenti, di cui 19 realizzate appositamente per questa mostra: al centro della riflessione dell’Artista, la relazione con l’invisibile, la possibilità di vivere la materia, trascendendola, dandole un significato che non sia esclusivamente materiale; la relazione con l’energia, alla luce delle ricerche della Fisica Quantistica e uno sguardo alla spiritualità, che si esprime nelle forme che rimandano ai quattro elementi e all’Unità Primigenia. La mostra di Baku, inoltre, assume un’importanza internazionale, perché Gianfranco Meggiato è il primo artista italiano vivente a esporre in una mostra Personale presso l’Heydar Aliyev Center.
La mostra è allestita su più livelli e in diversi luoghi dell’Heydar Aliyev Center: le sculture sono, infatti, visibili nel grande parco esterno, all’ingresso del complesso culturale, nella hall del pianterreno e in una sala espositiva appositamente allestita nel cuore del museo. Ed è proprio la grande visibilità, data dal Centro Heydar Aliyev alle opere di Meggiato ad apparire come un significativo tributo a questo scultore italiano e all’Italia nel suo complesso da parte della massima istituzione culturale dell’Azerbaijan. Entro l’estate sarà realizzato un libro-catalogo completo della mostra da Editoriale Giorgio Mondadori.
Tra le 19 opere realizzate appositamente per Baku ci sono Germinazione, Sfera Primigenia, Mistral, Scienza e Conoscenza, Creazione. Fra le sculture più imponenti, l’opera Germinazione, alta oltre 6 metri e situata proprio davanti all’ingresso principale dell’Heydar Alyiev Center, ha un significato speciale: “la scultura – come sottolinea Gianfranco Meggiato – ricorda che siamo tutti foglie di un albero, cellule di un organismo, parti di un Essere. Fino a quando l’umanità non accetterà questi concetti di unità e fratellanza, non ci sarà né pace né rispetto per il mondo a cui apparteniamo”. La scultura appare, inoltre, come un concatenarsi di quattro elementi abbracciati, che solo uniti possono germogliare, riportandoci alla vita: un tema che è un richiamo forte al rispetto della natura e dell’ambiente, alla possibilità di uno sviluppo che guardi al pianeta, non stravolgendo il suo equilibrio. Un richiamo che arriva non a caso da Baku, città che a novembre ospiterà la Cop 29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Mistral (alta 4 metri), con la sua forma caratterizzata dalle volute a spirale che si avvolgono attorno al nucleo e con il suo colore rosso, simbolicamente incarna e riunisce insieme il concetto del vento e della fiamma di fuoco, che rappresentano rispettivamente la città di Baku e l’Azerbaijan. Nell’Opera Sfera Primigenia, ispirata dalla fisica quantistica, vi sono le stringhe di energia attorno al nucleo, che è l’Origine, l’essenza creatrice. In Sfera Samsara si fa riferimento ai cicli di vita, morte e rinascita, che simboleggiano la vita. La ciclicità. All’uomo è data la possibilità di vivere i cicli, ma anche quella di trascenderli. Presentando la mostra, Anar Alakbarov, Direttore dell’Heydar Aliyev Center, ha evidenziato la lunga tradizione del Centro di presentare opere di scultori importanti, esprimendo la fiducia che la mostra catturerà i visitatori ed esprimendo la propria gratitudine a Gianfranco Meggiato. L’esposizione è curata da Amina Melikova, Direttrice del Dipartimento di organizzazione eventi ed esposizioni presso l’Heydar Aliyev Center.
“Questo straordinario Centro Culturale che ospita la mostra – sottolinea Gianfranco Meggiato – con le sue forme fluide e armoniche, definito “l’incredibile trasformazione dell’Arzebaijan”, ha reso tangibile un sogno, quello di modernizzazione di un Paese. E rendere visibili i sogni, ispirare e materializzare ciò che si riteneva impossibile, è una delle grandi possibilità dell’arte in tutte le sue forme: è per questo che l’architettura avveniristica e sognatrice di Zaha Hadid e le mie sculture condividono gli stessi ideali e sono in perfetta sintonia. Ringrazio di cuore il direttore dell’Heydar Aliyev Center, Anar Alakbarov, la curatrice e direttrice del Dipartimento Eventi, Amina Melikova per avere voluto ospitare le mie sculture e la Città di Baku per l’eccezionale accoglienza”.