Il 21 maggio 2025, a partire dalle ore 18.00, CINEMA AUDER presenta la ricerca del regista e fotografo sperimentale francese, e newyorchese d’adozione, Michel Auder in un contesto unico: il Cinema Ambasciatori di Roma, l’ultimo cinema a luci rosse italiano a proiettare ancora in pellicola, in una sala la cui architettura è rimasta intatta nel corso degli ultimi quarant’anni. Il progetto, a cura di Luca Lo Pinto, con il coordinamento di Lorena Stamo, vedrà la speciale partecipazione di Auder, protagonista di una conversazione con Lo Pinto in programma alle ore 21.30, all’interno delle 8 ore di proiezione.
CINEMA AUDER è un ritratto espanso dell’artista che abbraccia cinque decadi e diversi momenti delle sue esplorazioni delle immagini in movimento, dai primi film in 16 mm (Keeping Busy e Cleopatra), realizzati nel 1969 e 1970, fino ai suoi ultimi lavori. L’architettura di un cinema porno rimasto fermo nel tempo è un dispositivo perfetto per rappresentare la visione di Auder, e per calarsi dentro di essa, superando quindi l’idea di una semplice rassegna di video. Il Cinema Ambasciatori è stato infatti scelto per la sua identità e il suo vissuto, che evocano una promiscuità di corpi e visioni perfettamente aderenti allo spirito dell’artista.
I film e i video di Auder si rapportano al tempo in scala 1:1 e non obbediscono ad alcuna linearità narrativa. Sono documenti di tempi e luoghi, osservazioni soggettive di un autore interessato a registrare, attraverso l’obiettivo della camera, note visive del quotidiano, le persone che lo circondano e la natura, in tutte le sue sfaccettature. Nel corso della sua vita, l’artista ha realizzato più di 100 lavori dai primi film in 16 mm, passando per diversi formati video, fino alle ultime opere girate col telefono cellulare.
Auder, nato nel 1945, inizia a girare film all’età di 18 anni, influenzato dai registi della Nouvelle Vague. Nel 1969, Auder incontra e sposa Viva, una delle superstar di Andy Warhol. Si trasferiscono a New York e lì acquista una delle prime videocamere disponibili in commercio, che utilizza per realizzare diari di viaggio e ritratti informali di artisti come Alice Neel, Annie Sprinkle, Larry Rivers, David Hammons, Gary Indiana e Cindy Sherman, sua seconda moglie.
Non può esistere un artista del cinema o del video senza voyeurismo. Vedo gli sguardi, le persone, ecc. attraverso le finestre, le tende, le porte, gli schermi televisivi… Mi piace essere vicino, molto vicino. Raggiungo un’intimità immediata con i miei “soggetti”. Non mi fissano con facce serie (o sospettose): ridono, comunicano, giocano. Questa “malattia”, questo voyeurismo mi permette di vedere tutto, di cogliere piccoli dettagli invisibili ma essenziali, come un ciuffo d’erba sul bordo di un tetto, che trema durante un temporale invernale, invisibile e insignificante per tutti, forse per il mondo intero – ma non per me; per me è di importanza monumentale -Michel Auder