Douglas Gordon “Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish…” MAXXI / Roma

4 Giugno 2025

Più di un’installazione multimediale, “Douglas Gordon. Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish…” è la visione enciclopedica delle opere video di Douglas Gordon (Glasgow, 1966), nella galleria 5, lo spazio più iconico del MAXXI. Video-installazioni, film, fotografie, tracce audio, testi e scritte al neon si intrecciano in un racconto stratificato e ogni opera apre un varco che conduce al cuore di tematiche universali — l’identità in perenne trasformazione, gli stati mentali e corporei, la memoria personale e collettiva, la tensione irriducibile tra gli opposti. Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo presenta l’opera filmica di Gordon in una forma scultorea che raccoglie tutti i suoi lavori dal 1992 ad oggi.

Nel 1999, invitato a esporre alla Foksal Gallery di Varsavia, Douglas Gordon sceglie di presentare l’intero corpus dei suoi lavori video realizzati fino a quel momento. La mostra prende il titolo “Pretty much every film and video work from about 1992 until now. To be seen on monitors, some with headphones, others run silently and all simultaneously”, configurandosi come un’esplorazione del concetto di archivio: un dispositivo composito in cui opere eterogenee si connettono in un continuum visivo e concettuale.

Nasce così l’omonima installazione, “Pretty much every film and video work from about 1992 until now”, che da allora viene riproposta in molteplici contesti espositivi, rinnovata e ampliata, aggiungendo i lavori più recenti. Questo lavoro è oggi parte delle collezioni permanenti del San Francisco Museum of Modern Art, della Gallery of Modern Art di Glasgow, del Musée d’Art moderne de la Ville de Paris e
della National Gallery of Canada a Ottawa.

Le opere di Douglas Gordon prendono vita dalla rilettura e dalla manipolazione di materiali visivi eterogenei: film celebri e dimenticati, documentari storici e scientifici, serie televisive e video amatoriali. Attraverso questi frammenti della cultura visiva contemporanea, l’artista evoca un senso profondo di straniamento, muovendosi tra ripetizione, identità e quell’inquietante familiarità che Freud definiva perturbante. Gordon tratta il patrimonio cinematografico come un readymade: lo preleva, lo frammenta, lo decontestualizza e lo reinventa, generando visioni inedite e originali. L’immagine in movimento diventa così uno strumento dalle possibilità illimitate, capace di mettere in discussione le strutture della comunicazione sociale, del linguaggio, della percezione e della memoria collettiva. Attraverso strategie come il campionamento, la ripetizione, il rallentamento, la divisione, il rispecchiamento e la desincronizzazione, l’artista smonta le aspettative dello spettatore per poi ricomporle in una nuova dimensione, spesso ambigua e destabilizzante. Immaginazione, conoscenza
e senso comune vengono così frantumati e ricollocati in un universo visivo pervaso di tensioni sottili e risonanze emotive, capace di interrogare e affascinare il pubblico a ogni latitudine.

“Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish” si configura come un continuo remix, rielaborato e ricomposto dall’artista a ogni nuova presentazione. Più che seguire un ordine cronologico o una gerarchia prestabilita, l’opera si lascia guidare dalla sensibilità dell’autore, da una precisa ricerca estetica e dal contesto espositivo. All’interno della scenografica galleria 5, sospesa nel vuoto e incorniciata da ampie vetrate che abbracciano la città, il lavoro di Douglas Gordon si mostra al visitatore nella sua peculiare molteplicità di linguaggi, consentendo una fruizione libera e non gerarchica delle sue creazioni. I 114 film e i video in mostra includono opere iconiche come 24 Hour Psycho (1993), la dirompente videoinstallazione che ha segnato la consacrazione internazionale dell’artista: il grande classico di Alfred Hitchcock, rallentato per durare un’intera giornata, sfida le percezioni degli spettatori riguardo a narrazione, anticipazione e durata. Poi ancora, Play Dead; Real Time (2003), The End of Civilisation (2012), il lavoro a tre canali dal titolo Silence, Exile, Deceit: an industrial pantomime (2013) e Citizens of Palermo! (2016), I had nowhere to go (2016) 2023EastWestGirlsBoys (2023), tra le sue opere più recenti.

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