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“Il silenzio non si assomiglia mai” annotava Paul Nougé in uno dei suoi quaderni conservati a Bruxelles. C’è un silenzio colmo di aspettative che abita i disegni di Massinissa Selmani (1980, Algeri); le azioni che rappresenta sembrano essere sempre sospese, colte nell’atto di diventare qualcos’altro o di ripetersi senza scopo e senza soluzione di continuità.
Tuttavia ogni silenzio disegnato da Selmani racconta una storia diversa ricca di possibili risvolti e colpi di scena.
Nella mostra “Loophole” – prima personale in Italia di Massinissa Selmani presso galleria Umberto Di Marino di Napoli –, una nuova serie di disegni e due installazioni punteggiano gli spazi della galleria. Come se fossero finestre aperte su scenari surreali, l’artista delinea architetture pesanti e precarie che spesso sembrano dissolversi negli spazi bianchi lasciati sul foglio. Le figure che popolano i disegni di Selmani sembrano portare avanti i propri ideali con determinazione variabile, muovendosi verso ciò che, a seconda dei casi, può apparire come una caparbia rivolta o come un’attenta – mai distratta – osservazione del mondo che le circonda. Gesti fermi e sicuri, quelli dei suoi protagonisti, che contribuiscono a creare scenari tragici e ironici allo stesso tempo.
Le figure, sospese in ambienti rarefatti e privi di coordinate certe, sembrano smarrite, ma è proprio in questo spaesamento che si apre la possibilità di uno sguardo laterale sul mondo. Le scene che mette in atto non affermano né negano. Invece di erigere grandi narrazioni o farsi portavoce di verità assolute, Selmani scava microfratture nel tessuto del reale, piccoli cedimenti che mettono in discussione l’idea stessa di una realtà coerente e uniforme. In questo senso, la sua pratica assume un valore profondamente politico, ma lo fa con mezzi minimi, quasi invisibili: posture, gesti, simboli ripetuti, allusioni, vuoti. C’è un’ironia leggera ma persistente, una critica che non si impone ma si insinua. Non si tratta di cercare alternative grandiose, ma di praticare l’incertezza, di abitare i margini, di riconoscere che spesso è proprio da un errore, da un inciampo, che si può ricominciare a guardare.
Massinissa Selmani assomiglia al suo lavoro. L’artista sembra muoversi con la stessa discrezione che anima le sue opere: mai urlati, mai sovraccarichi, ma sempre esatti nel modo in cui lasciano affiorare tensioni silenziose. C’è in lui una calma apparente che non va confusa con passività; al contrario, il suo sguardo è acuto, sempre attento a ciò che scivola ai margini, a quello che sfugge alle grandi dichiarazioni. La sua presenza è riservata, a tratti schiva, ma carica di quella lucidità che permette di osservare il mondo inseguendone lucidamente i clamori.
Difficile, oggi più che mai, non percepire una malinconia diffusa nei suoi lavori.
Traversée (2020) è un’installazione che accoglie il visitatore proiettando ciclicamente una breve animazione su un piccolo foglio da disegno, fissato alla parete con un pezzo di nastro adesivo blu. Nel disegno compaiono: un recinto, un albero le cui fronde sono mosse dal vento, una linea tratteggiata e un aereo che vola costantemente al di sopra di tutto, lasciando per un istante la propria ombra confinata all’interno della staccionata immaginaria.
I silenzi costruiti da Selmani sembrano sempre suggerire una ripetizione, un’inerzia da cui non è affatto certo che si possa uscire: proprio come l’ombra di quell’aereo, che appena si dissolve torna a infrangersi contro i limiti delle sue possibilità.
Massinissa Selmani, Les ailes immobiles, 2025, grafite e matita colorata su carta, cm 35 x 44. Fotografia di Danilo Donzelli. Courtesy l’artista e la galleria
Massinissa Selmani, Répétitions générales d’un oubli, 2025, matita colorata su carta, cm 29 x 35. Fotografia di Danilo Donzelli. Courtesy l’artista e la galleria
Massinissa Selmani, Instructions pour échouer élégamment, 2025, grafite e matita colorata su carta, cm 30 x 38. Fotografia di Danilo Donzelli. Courtesy l’artista e la galleria
Massinissa Selmani, L’œil au bord du monde, 2025, matita colorata su carta, cm 30 x 37. Fotografia di Danilo Donzelli. Courtesy l’artista e la galleria
Massinissa Selmani, 10:56, 2025, matita colorata su carta, cm 40 x 50.
Fotografia di Danilo Donzelli. Courtesy l’artista e la galleria