Nonostante le voci di corridoio che hanno preceduto le aste newyorkesi del contemporaneo di novembre, la tanto temuta implosione del mercato non si è verificata. Al contrario, le case d’asta hanno dimostrato che ogni sessione di vendita può essere superata da quella successiva, o esserle almeno equiparabile, e che i record personali continueranno a essere superati.
La settimana è iniziata da Christie’s il 12 novembre con l’asta delle opere provenienti dalla collezione del dealer di New York Allan Stone. Il suo gusto eccentrico, che spazia dall’arte folk al design a de Kooning, ha attirato molti compratori: il ricavato è stato di 52,4 milioni di dollari con 12 nuovi record stabiliti. Molte delle opere più costose erano di Wayne Thiebaud, artista promosso da Stone: la tela-record Seven Suckers del 1970, che mostra una serie di lecca-lecca colorati, ha raggiunto i 4,5 milioni di dollari. Anche se la collezione di Stone ha registrato le vendite più consistenti, l’asta è incominciata ufficialmente la sera successiva, con le vendite di arte contemporanea e del secondo dopoguerra. L’incasso totale di 325 milioni di dollari non ha raggiunto il precedente record della casa d’aste battuto lo scorso maggio (385 milioni), ma ha comunque pienamente rispettato le stime iniziali. La serata ha dimostrato inoltre che questo modello di vendite è destinato a durare, con cataloghi che diventano sempre più consistenti e aste notturne che durano ormai almeno due ore.
Chiamatela pure una maratona di soldi. E di attenzione da parte delle celebrità, se si considera la presenza in sala dell’attrice Sarah Jessica Parker e dello stilista Marc Jacobs. Avvistato anche Hugh Grant, ma in incognito, in attesa della vendita della sua Elizabeth Taylor di Warhol, comprata per 23,5 milioni di dollari. L’asta ha visto la vendita di tutti i 66 lotti (tranne 5) con 16 record raggiunti, superando per la maggior parte quelli fissati lo scorso anno: è questo il caso, ad esempio, di Yoshitomo Nara (1.497.000 dollari), Rudolph Stingel (1.217.000 dollari) e Gerhard Richter (11.241.000 dollari). Mark Rothko ha aperto la lista dei top ten con tre tele comparabili al dipinto di David Rockefeller che era stato venduto la scorsa stagione per 72,8 milioni di dollari. Untitled (Red, Blue, Orange), del 1955, ha dominato la serata ed è stato venduto per 34,2 milioni di dollari, precedendo l’opera del 1992 di Lucian Freud Ib and Her Husband della figlia dell’artista Isobel e Pat Costello e, che ha raggiunto un nuovo record (19,3 milioni di dollari). Anche un dipinto senza tempo di Ed Ruscha, Burning Gas Station del 1965-1966, è stato venduto a Larry Gagosian per la cifra record di 6,9 milioni di dollari, mentre Jay Jopling si è aggiudicato per 6 milioni di dollari una “Nurse” del 2002 di Richard Prince, artista in questo periodo sulla cresta dell’onda grazie alla retrospettiva dedicatagli dal Guggenheim. Jeff Koons è probabilmente l’artista più chiacchierato di questa stagione, protagonista di innumerevoli articoli e copertine. Il suo Diamond (Blue), alto 2,4 metri, è stato venduto prima a Gagosian da Christie’s per la cifra record di 11,8 milioni di dollari (sfiorando la sua stima di 12 milioni), per poi farsi superare, la sera successiva da Sotheby’s, da Hanging Heart (Magenta/Gold) datato 1994-2006: il vistoso cuore in acciaio inossidabile, alto 2,75 metri e infiocchettato con nastri dorati, ha totalizzato la stupefacente cifra di 23,5 milioni di dollari, battendo così il precedente record d’asta per un artista vivente di 19,3 milioni, siglato a giugno a Londra da Damien Hirst. Consegnata dal collezionista di Manhattan Adam Lindemann, l’opera di Koons è ritornata così nelle mani di Gagosian.
Ma non è stato questo il lotto più costoso della serata di Sotheby’s, che ha registrato 316 milioni di dollari, la sua più alta vendita serale. Il primato infatti spetta all’opera di Francis Bacon Second Version of Study for Bullfight No.1, del 1969, che Ségalot si è aggiudicato per 45.691.000 dollari. La tela era una delle due dell’artista (l’altra era un autoritratto dello stesso anno che ha raggiunto i 33 milioni) che Sotheby’s garantiva per qualcosa come 60 milioni di dollari. Ma le buone notizie per la casa d’aste non finiscono qui: la vendita di due ore ha visto assegnare tutti i 71 lotti (tranne 6) e stabilire 13 record per artisti come Ellsworth Kelly, Richard Serra, Anish Kapoor e Fang Lijun.
L’asta del 15 novembre di Phillips de Pury & Company — rumorosa, come è tipico di Phillips, con il battitore Simon de Pury che in diverse occasioni ha dovuto acquietare la folla — è andata avanti per oltre tre ore, con gli offerenti che per la maggior parte sono andati via presto. La serata è iniziata con un’asta di beneficenza per il New Museum of Contemporary Art di New York, che ha inaugurato il primo dicembre la sua nuova sede sulla Bowery. Tutti i 49 lotti, tra cui opere di artisti come Alex Katz e Andrea Zittel sono stati venduti per 8,2 milioni di dollari, con diversi record raggiunti tra cui la fotografia di Marilyn Minter Unarmed (Pamela Anderson) del 2007 (50.000 dollari) ed Eileen, ritratto di Rachel Feinstein del 2007 in smalto su specchio (6.000 dollari). Intorno alle 20 è iniziata finalmente la vendita del contemporaneo, con 69 degli 81 lotti venduti per un totale di 42.316.000 dollari. In asta, alcuni abitué di Phillips come Mike Kelley e Maurizio Cattelan, il cui Senza Titolo, studio preparatorio per un piccolo struzzo tassidermizzato è stato venduto per 229.000 dollari. La casa d’aste ha cercato di fare sfoggio di sé con il lotto principale (è stato il top seller), un de Kooning del 1982, Untitled XVI, che l’investitore finanziario Steven Cohen si è aggiudicato per 5.865.000 dollari. Ottimo il venduto di Richard Prince: un’altra sua “Nurse” offerta dal dealer di New York Jose Mugrabi è stata venduta per 4.297.000 dollari. Tra gli artisti che hanno stabilito nuovi record: Wim Delvoye e Mark Grotjahn, il cui Untitled (Orange Butterfly M02G) del 2002 è stato venduto per 937.000 dollari, entrando nella lista dei top ten (dove, se non da Phillips, si sarebbe potuta vedere una lista che inizia con de Kooning e finisce con Grotjahn?). Ancora più alta la vendita di un Senza Titolo del 2000 di Rudolf Stingel, non in ottime condizioni, stimato tra i 500.000 e i 700.000 dollari, che ha battuto il record precedente fissato questa settimana: Ségalot se lo è aggiudicato per 1.945.000 di dollari. Tra le opere d’arte contemporanea cinese, I Am A Chinese (2001) di Jue Minjun, con i riconoscibili uomini dai grandi sorrisi, marchio di fabbrica dell’artista, ha totalizzato 1.273.000 dollari.
A fine serata, quando il ritmo di vendita ha incominciato a rallentare con l’ultima dozzina di lotti, la sala era quasi vuota. Ma Phillips è rimasta soddisfatta dei suoi 42.316.000 dollari d’incasso, e attorno alle 22 lo staff ha potuto scambiarsi pacche sulle spalle, stappare bottiglie di champagne, e festeggiare così l’ennesima stagione positiva per l’arte contemporanea.