Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Gregorio Magnani e Nicole Wermers, “Every Other Space. A display of artists’ books”. Veduta della mostra presso MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese, 2020. Courtesy MUT – Mutina For Art, Fiorano Modenese.
Il quinto appuntamento del programma espositivo nello spazio MUT – inaugurato nel 2017 a Fiorano Modenese presso la sede del brand Mutina – conferma una ricerca raffinata. Il grande hangar disegnato negli anni Settanta da Angelo Mangiarotti, concepito per lo stoccaggio delle ceramiche destinate a viaggiare nel mondo, oggi accoglie la mostra “Every Other Space” a cura di Gregorio Magnani. Una vasta selezione di libri d’artista esposti all’interno di un display appositamente progettato da Nicole Wermers che sceglie la fibra di cocco, materiale umile solitamente impiegato per la produzione degli zerbini, emancipandola a superficie di sostegno e superamento di soglie simboliche e mentali.
Diverse isole concepite dallo Studio OEO disegnano gli ambienti come uno showroom in cui le ceramiche della collezione Mutina e l’accostamento di materiali differenti (legno, metallo, pittura di rivestimento) identificano le dieci aree tematiche dell’esposizione. In “Il libro espanso” le pubblicazioni assumono le forme più varie e immaginifiche: un leggendario Index (Book) di Andy Warhol (1967) custodisce, tra gli altri tesori, un palloncino d’argento progettato per scoppiare all’apertura del libro, diversi pop up e un foglio di francobolli da immergere in acqua, presumibilmente di LSD; Fax Books di Sara MacKillop (2011) si presenta come una scultura leggera costituita da un ormai desueto e ingiallito plico a fisarmonica di carta da fax. Nella sezione “Diari” è riunita una selezione più intima di lavori che riguardano memorie, documenti privati e racconti personali, come Route Book di Kasper Andreasen (2005) che conserva scontrini, ricevute e materiali raccolti durante i suoi spostamenti oppure Hotel Hotel Hotel (1995) di Martin Kippenberger che racchiude i disegni eseguiti sulle tante carte intestate degli alberghi frequentati durante i suoi viaggi. E ancora i libri illeggibili della sezione “Dear reader, don’t read.”: da Zang Tumb Tumb di Tommaso Marinetti (1912) a The Black Book di Jean Keller, fino a Egg Book di Simon Popper (entrambi non datati) contenente veri gusci di uova spaccati e svuotati. Nella sezione “Ciao, sono il capitalismo” si condensano indagini socio politiche più o meno ruvide, come quella di Andrea Fraser sulle ingerenze dei finanziamenti della politica alla cultura (2016 in Museums, Money, and Politics, 2018). Il libro d’artista si rivela dunque un campo di sperimentazione linguistica, il disappunto necessario all’ironico e spesso sarcastico ripensamento del messaggio.