Flash Art utilizza solo cookie strettamente necessarie per il funzionamento del sito, per il legittimo interesse nel migliorare l'esperienza online e per rendere possibile o facilitare la comunicazione. Per maggiori informazioni consulta la pagina Termini & condizioni

Flash Art
Flash Art
Shop
  • Homepage
    • IN EDICOLA: 359 INVERNO 2022-23
  • Feature
    • Conversazioni
    • Recensioni
    • On View
    • FLASH FEED
    • Tell me stories!
    • La mano (in)visibile
    • PARADIGME
  • Dune
    • Flash Art Mono
  • Archivio
    • Shop
    • Abbonamento
    • EDIZIONE DIGITALE
    • Contatti
→
Flash Art

News

15 Luglio 2015, 12:41 pm CET

“Ingovernabili” al New Museum di Margherita Artoni

di Margherita Artoni 15 Luglio 2015
Veduta della mostra presso New Museum, New York, 2012.

 

Veduta della mostra presso New Museum, New York, 2012.
Veduta della mostra presso New Museum, New York, 2012.

Arte e storia, al tempio del contemporaneo newyorkese. Se “Junger than Jesus” aveva inaugurato la prima Triennale del New Museum mettendo in mostra un circuito di artisti emergenti selezionati per lo più in base a rigidi criteri generazionali, con “Ungovernables” la curatrice Eungie Joo saluta a testa alta l’edizione del 2009 per portare sulla scena museale un complesso e articolato corpus di lavori che vanta la presenza di trentaquattro progetti artistici provenienti da almeno venti paesi. In tale contesto la giovane età degli autori coinvolti non si esaurisce in se stessa, ma diventa il veicolo privilegiato per una nuova e rivoluzionaria resistenza estetica — oltre che politica — densa di fantasia e dark humor. I protagonisti dell’esposizione, nati e cresciuti in seguito ai movimenti rivoluzionari degli anni Sessanta e Settanta, recuperano attraverso visioni inedite la memoria dell’Apartheid, le dittature militari, l’ascesa fondamentalista, la crisi economica, instaurando un vero e proprio dialogo con il passato attraverso la vitalistica reinterpretazione del presente. Un presente monumentale, come quello riassunto dal vietnamita Danh Vo nell’opera We the People, fedele riproduzione a grandezza naturale della Statua della Libertà, a sua volta scomposta in molteplici frammenti apparentemente privi di valore iconico.
Ma pur sempre provvisorio, se si pensa all’impiego dell’argilla nella pratica scultorea di Adrián Villar Rojas, alla performance interattiva del Public Movement, o ancora alla dimensione contingente che plasma l’universo materico di Julia Dault. I cinque piani dell’area espositiva, nonostante la varietà formale delle opere incluse, incarnano dunque la struttura corale entro cui viene (ir)risolta la natura instabile dell’espressione post-moderna, magistralmente difesa in Eavesdropping di Amalia Pica e rielaborata, seppur in prosa diaristica, da Jonathas de Andrade. Tra video, sculture e installazioni site specific una domanda sorge spontanea. L’artista che esperisce il proprio tempo nell’era multimediale può ancora assumere un autentico ruolo propositivo? A rispondere, il manifesto dell’arte “ingovernabile”.

Condividi questo articolo
  • Facebook
  • Twitter
  • Mail
Altri articoli di

Margherita Artoni

Marìa Rosa Jijòn

15 Luglio 2015, 1:43 pm CET

La casa che non è in nessun posto è la vera casa. Lao Tze Alessandra Galletta: La Biennale era…

Approfondisci

Shame

15 Luglio 2015, 1:53 pm CET

Gli artisti che fanno cinema (pensiamo solo agli sciagurati esempi di Julian Schnabel, Miranda July o Piero Golia) sono una…

Approfondisci

Underground Resistance

16 Luglio 2015, 10:39 am CET

In un momento nel quale le esperienze di produzione culturale che siamo soliti far ricadere nell’ambito delle visual arts sembrano…

Approfondisci

A volte le opere ci vengono incontro

16 Luglio 2015, 11:22 am CET

A partire da questo numero Flash Art esplora il mondo del collezionismo in Italia. Questa volta abbiamo intervistato alcuni collezionisti…

Approfondisci

  • Prossimo

    Ogni vita potrebbe essere un film?

  • Precedente

    Carlo Gabriele Tribbioli

© 2023 Flash Art

  • Termini & condizioni