Realizzare oggetti come fossero pane fragrante appena sfornato: le analogie tra il processo del design e quello artigianale della cucina possono essere molto strette. Ben lo sapeva Bruno Munari, che spiegò il suo metodo di progettazione paragonandolo all’esecuzione di un risotto agli spinaci. E ben conoscono questo fare processuale, lento, scandito da tempi di pausa e improvvise, sapienti accelerazioni, il duo Formafantasma. Italiani di nascita, ma olandesi di adozione — si sono diplomati a Eindhoven dove hanno oggi il loro studio — Andrea Trimarchi e Simone Farresin hanno elaborato “Autarchy”, un progetto che recupera il fare della tradizione, rinnovandolo in veste di processo di ricerca e sperimentazione sul materiale. L’idea è quella di utilizzare un composto ottenuto dalla miscela di 70% di farina di sorgo, 20% di scarti agricoli e 10% di calce naturale, per realizzare vasi, ciotole e lampade dalle forme primordiali e dai colori realizzati tramite il solo impiego di sostanze naturali.
Andrea e Simone impastano le polveri della miscela con quelle colorate ottenute a loro volta tramite infuso di erbe, spezie e verdure, essiccate e macinate. Ecco allora che la pasta, una volta cotta lentamente e a bassa temperatura, si tinge del delicato verde degli spinaci, o di un bruno più carico grazie al caffè, o ancora di un inaspettato arancio dato dalla paprika. Ogni essenza, un colore. Ogni colore un mondo vegetale di odori e sapori, quasi un richiamo ancestrale. Il risultato è un progetto dalle forme elementari, un inno alla semplicità, alla riscoperta dell’archetipo e di una forma basica che quasi si smaterializza. D’altra parte gli autori si chiamano Formafantasma proprio perché la forma non è il loro obiettivo primario; a questa preferiscono il processo e il concetto che lo determina. Come in questo caso, dove la riscoperta dell’italianità passa attraverso il recupero di un’antichissima tradizione del folklore siciliano, quella delle “Cene di San Giuseppe”, dove il pane è usato proprio come materiale da costruzione. Il tutto unito a un ideale embargo dei materiali, in una dimensione autarchica che conduce per necessità a inventare, testare, produrre soluzioni nuove con quello che c’è, secondo un’intelligenza contadina di grande saggezza. D’altra parte non dimentichiamo che negli anni Trenta in Italia fu proprio la famosa campagna autarchica a produrre la scoperta di materiali straordinari come il cristallo securit e il linoleum, anch’esso nato da una materia naturale come l’olio di lino. Formafantasma rinforzano il senso della sperimentazione materica con il processo artigianale, l’autoproduzione, dimostrando che il design può riappropriarsi del suo codice primario: costruire oggetti semplici che servano a usi elementari con forme e materie senza tempo. Il che in un’epoca di formalismi, alte tecnologie, performance visivamente stupefacenti e grandi sprechi suona come un coraggioso manifesto di forte provocazione concettuale.
by Domitilla Dardi è storica del design. Vive e lavora a Roma.
Lo studio Formafantasma è formato da Andrea Trimarchi (1983) e Simone Farresin (1980) ed ha sede a Eindhoven.