Photo España 2016 / Madrid

30 Luglio 2016

Ormai giunto alla Diciannovesima edizione PhotoEspaña propone al pubblico una visione d’insieme sulla fotografia del continente europeo. Il festival internazionale della fotografia del visual arts ha inaugurato il primo giugno a Madrid e sarà visitabile sino al 28 agosto. A confronto giovani fotografi contemporanei e maestri della fotografia internazionale che portano alla luce le complessità e differenze culturali delle aree del vecchio continente. Attraverso diversi stili di fotografie come il foto reportage, i documentari ed il foto giornalismo di moda per citarne alcuni, gli artisti suggeriscono una riflessione legata al concetto di tempo e di memoria storica. Il tempo passato, ormai trascorso ma che influenza il nostro presente: e quello presente, che dopo poco sarà passato; la fotografia consente di congelare il tempo definendo la nostra memoria storica. Sono oltre 94 le esposizioni in mostra e 330 gli artisti del festival iberico.

Miroslav Tichý, “Untitled” Circa 1960-1980. Pieza única. Gelatina de plata sobre Baryt. © Foundation Tichy Ocean. Cortesía Ivorypress
Miroslav Tichý, “Untitled” Circa 1960-1980. Pieza única. Gelatina de plata sobre Baryt. © Foundation Tichy Ocean. Cortesía Ivorypress

Così in questo percorso Il Museo del Romanticismo ospita la mostra del celebre e contestato fotografo ceco Miroslav Tichý (Kyiov 1926 – 2011). Prima artista e poi fotografo, i lavori di Tichý si focalizzano principalmente sul corpo femminile, ritratto sia nudo che vestito. L’influenza della pittura che coltiverà fino alla fine degli anni ’50, sarà sempre presente nelle sue fotografie, anche nelle ultime, spesso segnate da interventi pittorici. La maggior parte degli scatti di Tichý sono stati rubati di nascosto: non era un suo particolare interesse ricevere il consenso per l’autorizzazione alla diffusione delle immagini, tutto doveva avvenire con la massima spontaneità. Colte en plain air, per le strade di Kyjov, gli scatti mostrano la vita sociale del paese, sebbene lui ne vivrà ai suoi margini. Personaggio ribelle ed alquanto fatalista, Tichý si schiera politicamente da subito contro il regime comunista, da cui viene perseguitato passando anni di prigionia tra carceri ed ospedali psichiatrici.

Lucia Moholy, “Walter Gropius”, 1926 © Lucia Moholy, Bauhaus-Archiv Berlin
Lucia Moholy, “Walter Gropius”, 1926 © Lucia Moholy, Bauhaus-Archiv Berlin

La tradizione fotografica storica proveniente dall’est Europa prosegue negli spazi di Loewe, che ospita con il progetto “ A hundred years later” il lavoro lineare di Lucia Moholy (Prague 1894). Moglie dell’artista Lazlo, il lavoro di Lucia è ricordato con una raccolta di immagini che ne evidenziano il rigore quasi geometrico proprio dello scuola del Bauhaus, sottolineandone anche un aspetto avanguardistico dettato dall’uso dei chiari -scuri e dall’utilizzo delle nuove prospettive .

Decisamente concettuale il lavoro “A-Z Illustrated Dictionary” del polacco Andrzei Tobis (Wieluń – Poland 1970) in esposizione al Museo Lazaro Galdiano. L’artista ha come punto di partenza il vocabolario illustrato tedesco-polacco pubblicato nella Germania dell’Est nel 1954 nato con lo scopo di facilitare la comprensione delle parole attraverso l’uso delle immagini. Nel 2006, seguendo le definizioni suggerite dal dizionario, Tobis decide di crearne uno nuovo. Il lavoro ri-inizia con la produzione di nuove immagini. Scattate unicamente in Polonia, le fotografie spesso mostreranno l’incapacità della parola di indicare con precisione l’immagine che vediamo. Con riferimenti alla linguistica moderna, l’artista polacco riconosce nella lettera la realtà astratta che utilizziamo per definire il mondo e l’immagine rappresenta il tentativo di controllare l’idea e l’oggetto definito. Il viaggio fotografico e di ricerca nel “vocabolario passato” è stato essenziale per la costruzione di A-Z: Tobis ha infatti vissuto metà della sua vita sotto il regime comunista e l’altra all’interno del nuovo sistema. In questo divario temporale, suggerisce Andrzei, il significato di alcune parole è variato nel tempo dando spazio alla possibilità di ricreare un “mondo nuovo”.

Inge Morath, “Cerca de Viena”, 1958 © Inge Morath
Inge Morath, “Cerca de Viena”, 1958 © Inge Morath

Questa volta attraversiamo il territorio dell’Est Europa per raccontare l’avventuroso progetto “Danube Revisited: The Inge Morath Truck Project “in omaggio a Inge Morath (Graz, Austria 1922 – 2002) la prima donna fotografa ad essere ammessa a Magnum Agency. Oltre ad aver preso parte alla celebre agenzia francese, Morath è ricordata come pioniera nella storia della fotografia femminile. Dopo la sua morte nel 2002 viene indetto un premio in suo onore – The Inge Morath Award – vinto nel 2014 da otto giovani donne. Il progetto, ospitato alla Fondacion Telefonica, documenta il viaggio delle giovani under 30 che a bordo di un camion hanno percorso il 34 giorni lo stesso tragitto intrapreso in più tranches dalla Morath. Dalla sorgente del Danubio, nella foresta Nera, sino alla sua ultima foce nel Mar Nero. Con 8 ore al giorno per fotografare le ragazze catturano la complessità culturale e la diversità sociale della zona. Come nel caso di Clair Martin, l’australiana del gruppo, che coglierà la forte cultura maschilista presente nelle tra le Roma communities.

Shirley Baker, “Salford”, 1962 © Shirley Baker
Shirley Baker, “Salford”, 1962 © Shirley Baker

Anche la fotografia di strada di Shirley Baker iberna il tempo svelando nei minimi dettagli gli angoli, anche i più nascosti, della Manchester degli anni ’60. Nel secondo dopo guerra nel nord Inghilterra iniziò una forte demolizione dei vecchi edifici per dare spazio a nuovi complessi residenziali. La gente della classe operaia viveva per le strade, osservando da vicino l’abbattimento delle proprie case: quelle con sopra scritto Ex. Shirley Baker documenterà il tutto entrando molto in empatia con le famiglie che si trovarono dal nulla senza un’abitazione. Passerà oltre vent’anni, dal ’60 agli anni’80, a fotografare e regalare nuovi dettagli dello stesso quartiere.

Oltre ad avere la possibilità di ammirare i fotografi che hanno segnato la storia della fotografia europea, PhotoEspaña fornisce allo spettatore uno spunto per una riflessione più completa sul concetto di Europa. Oggi più che mai tema di grande attualità.

 

Marta Massara

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