Invernomuto NN Contemporary Art / Northampton di

di 4 Luglio 2019

NN Contemporary Art inaugura il nuovo corso della galleria sotto la direzione artistica di Emer Grant con una personale del duo artistico d’adozione milanese Invernomuto (Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi) con la volontà di dare un segnale di cambiamento all’unico spazio d’arte contemporanea del Northamptonshire.

Invernomuto, MED T-1000, 2019. Ceramica, laser. Veduta dell’installazione presso NN Contemporary, Northampton, 2019. Fotografia di Giulio Boem. Courtesy gli artisti; e Pinksummer, Genova.

La curatrice irlandese, infatti, si trova in una situazione non dissimile da quella che ha dato origine a NN Contemporary Art. Nel 2003 un gruppo di artisti e operatori culturali fondano il Northampton Arts Collective con l’intento di rendere la scena dell’arte contemporanea della contea più vivace e internazionale; scopo riuscito soprattutto tra il 2006 e il 2011 quando al collettivo venne affidato l’edificio del Fishmarket, poi demolito nel 2012. Da allora la sede si trova nell’area culturale della città, in ambienti un tempo occupati da un albergo.

La personale di Invernomuto si colloca in un momento di transizione (è una delle ultime mostre nell’attuale edificio) e lancia, in termini di contenuti e confronto con la città, un nuovo corso programmatico che proseguirà in una struttura di futura assegnazione. Perfezionisti degli spazi interstiziali della “storia ufficiale”, abili esperti di linguaggi ibridi e destabilizzatori delle etichette identitarie di continuo applicate dalla politica attuale: gli Invernomuto portano a Northampton la fluidità del loro approccio narrativo, molteplice e sfaccettato, una scelta puntuale per inaugurare una stagione espositiva che mira alla diversificazione e all’apertura.

Dopo un anno dall’esordio a Manifesta 12 a Palermo e dopo essere stato selezionato da Ralph Rugoff per il programma di performance alla 58a Biennale di Venezia, Black Med (2018) approda nel Regno Unito, con una listening session nella lussureggiante Great Hall, a due passi da NN Contemporary Art. Dal cuore del Mediterraneo, quindi, il poliedrico progetto del duo nostrano si confronta con l’Inghilterra non solo in forma performativa ma anche attraverso MED T-1000 (2019), un’installazione con tre teste di moro – tradizionale prodotto della ceramica siciliana, legato a una leggenda a sfondo amoroso dal tragico epilogo che risale al 1000 d.C., durante la dominazione araba della Sicilia.

Le ceramiche sono state rivisitate attraverso l’inserimento di un laser nel bulbo oculare e sono divenute l’immagine-simbolo di Black Med che in questo caso si materializza in una versione a tre, tradendo la classica coppia binaria uomo-donna con cui le ceramiche sono di consueto realizzate e commercializzate in Sicilia. Il laser mette in dialogo le tre sculture disposte a diverse altezze disegnando percorsi, interni e esterni allo spazio, che come recita il payoff di Terminator “would reshape the Future by changing the Past” – quasi una frase-manifesto di Invernomuto.

Invernomuto, MED T-1000, 2019. Ceramica, laser. Veduta dell’installazione presso NN Contemporary, Northampton, 2019. Fotografia di Giulio Boem. Courtesy gli artisti; e Pinksummer, Genova.

Da un passato che esige di essere rivisitato si tendono traiettorie verso il futuro attraversando un presente assai incerto e sbiadito, quello di un’Europa in crisi, rappresentata dalla video installazione Vers l’Europa deserta, Terra Incognita (2017). I colori dominanti del video, il magenta e l’arancio, introducono lo spettatore in un loop audiovisivo. La colonna sonora è realizzata da Robert Girardin e Lorenzo Senni e accompagna malinconicamente i due protagonisti – attori dei micro-film del duo rapper francese PNL – tra alcuni luoghi parigini come il Theatre du Châtelet e la Salle des fêtes dell’Hôtel de Ville.

L’indolente passeggiata nel “fasto” è interrotta da riprese veloci e sporche realizzate con una GoPro tra le architetture de Le Vele a Napoli. Ci troviamo di fronte a quella sottocultura giovanile, suburbana, ossessionata dall’autorappresentazione virtuale “in posa perpetua per un pubblico assente, un’Europa oramai deserta che fa sia da sfondo sia da palcoscenico” (citazione tratta dalla sinossi dell’opera).

 

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Manuela Pacella