Flash Art Covers: le copertine storiche di Flash Art raccontate da Giancarlo Politi.
Io e Helena ci trovavamo a New York, mi pare nell’estate indiana del 1980, e come talvolta accadeva, si faceva il giro di artisti e gallerie insieme a Bruno Bishofberger nella sua Limousine stretching bianca. All’epoca Bruno era un mito: arrivava via Zurigo da Parigi all’aeroporto JFK con il Concorde, alle 8 del mattino, c’era una lunghissima limousine bianca ad attenderlo che lo scorrazzava per Manhattan tutto il giorno. Il pomeriggio, verso le 18 lo riportava al JFK, riprendeva il Concorde per Parigi e alla sera era a cena a casa sua a Zurigo con la moglie, con cui la mattina aveva fatto colazione. Questa storia, a tutti nota, aveva contribuito a mitizzare ancora di più il già famoso mercante svizzero, che spesso si presentava vestito da montanaro del suo cantone.
Quel giorno insieme passammo a salutare, per curiosare anche sulle ultime opere, Julian Schnabel, Francesco Clemente e Robert Kushner. All’ora di pranzo passammo davanti alla Factory di Andy Warhol dove naturalmente Bruno volle fermarsi. Entrammo dentro questa incredibile caverna dove tutto e tutti erano fuori posto ma che emanava un fascino magico.
Andy era al suo tavolo di lavoro, abbracciò Bruno di cui era molto amico da sempre. Bruno ci presentò a Warhol che io avevo incontrato già almeno dieci volte e disse al suo amico: “Questi sono Helena e Giancarlo, direttori di Flash Art e vorrebbero dedicarti un grande articolo e la copertina di Flash Art. Hai qualcosa di speciale da proporre?” Andy ci salutò affettuosamente perché ripeto, ci eravamo già incontrati più volte. “Sure“, rispose subito il grande artista con entusiasmo, “I love very much Flash Art magazine. Io proporrei una delle opere che sto preparando per la tua grande mostra a Zurigo il prossimo gennaio.”
Cosa stava preparando Warhol per il suo mercante di riferimento? Poiché Bishofberger richiedeva continuamente sempre opere (e ne acquisì tantissime, essendo Bruno anche il finanziatore di Interview che Andy ripagava in opere) cosa aveva ideato il grande Andy? Di realizzare tutte le sue opere storiche (Marylin, Mao, ecc.) in negativo, chiamandole Reversals (Inversione, Capovolgimento) in modo che Bruno avrebbe potuto accontentare la sua numerosa clientela europea. E infatti la copertina di quel numero fu una tenebrosa Marylin nera. Come tutta la sua fascinosa mostra nera che a gennaio del 1981 tenne nella sua galleria di Zurigo.