Nell’ambito del nuovo ciclo di focus espositivi denominato RE-COLLECTING, ideato da Lorenzo Balbi, che indaga aspetti particolari, opere e temi delle collezioni MAMbo e Museo Morandi, “Castagne matte”, a cura di Caterina Molteni, riflette sulla ritualità come dimensione sociale, religiosa e artistica.
“Castagne matte” prende il nome dall’epiteto dato al seme dell’Ippocastano che, custodito nella tasca del proprio cappotto, si pensa riesca a scacciare le influenze autunnali.
In un’epoca caratterizzata da crisi ecologiche, sanitarie e politiche, mentre lo sviluppo tecnologico permette l’affinamento di AI (Artificial Intelligences) capaci di analizzare grandi quantità di dati e ampliare le capacità di problem solving umano, torna centrale una sensibilità basata su credenze, ritualità intime e collettive che trovano i propri principi in un mondo “magico”, capace di generare una nuova coscienza del sé e dell’ambiente vissuto.
Dagli oggetti scaramantici e alla creazione di feticci, dall’istituzione sociale di idoli religiosi ai riti collettivi che oggi amplificano le rivendicazioni politiche, la mostra offrirà una riflessione sulla natura della ritualità nel contemporaneo.
Grazie alla collaborazione con il Museo Civico Archeologico di Bologna, “Castagne matte” è arricchita da una sezione di oggetti che raccontano le pratiche scaramantiche di epoca romana. Parallelamente a una selezione di opere dalla collezione del museo che includono gli artisti Carlo Corsi, Paolo Chiasera, Gilbert & George, Piero Manai e Eva Marisaldi, la mostra propone un approfondimento su Metafisica del quotidiano, ospitata alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1978, a cura di Franco Solmi. La rassegna rifletteva sull’ambiguità rituale dell’opera d’arte: criterio estetico che permette alla creazione artistica di sfuggire a letture unitarie, per abitare zone di attrito e di contraddizione.