“La verità anche a scapito del mondo” è la prima mostra personale in Italia di Tania Bruguera, tra gli artisti più influenti sulla scena globale, le cui performance e installazioni esaminano le strutture del potere politico e il loro effetto sulle persone più vulnerabili della società. Artista e attivista, Tania Bruguera ha sfidato i poteri forti con le sue azioni spesso provocatorie diventate oggetto di attenzione da parte di testate internazionali come il New York Times, Le Monde, Newsweek, il Chicago Tribune e il Los Angeles Times.
Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta dal PAC con Silvana Editoriale, la mostra è curata da Diego Sileo e presenta una selezione delle azioni più significative dell’artista e nuovi lavori pensati appositamente per lo spazio milanese, tra i quali un’opera realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti (ANED).
Il lavoro artistico di Tania Bruguera mette in luce alcune urgenze del nostro tempo, retaggi del passato o ingiustizie del presente. Utilizzando soprattutto gli strumenti della performance e dell’installazione, fa riaffiorare comportamenti e situazioni che scatenano nello spettatore la necessità di una conoscenza più profonda, conducendolo finalmente alla scoperta di una verità. Un’arte utile, come la definisce la stessa artista, che vuole contribuire a un reale cambiamento politico e sociale rispetto ad alcuni temi importanti, che condizionano tuttora le nostre vite – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. Il PAC si conferma luogo di esplorazione e di sperimentazione dei linguaggi internazionali più contemporanei, dove esperienza fisica ed emozione del visitatore/spettatore non sono mai fini a se stesse, ma inducono una riflessione sulle storture del nostro mondo e ingaggiano una reale volontà di cambiamento.
Il titolo della mostra è una citazione di Hannah Arendt, punto di riferimento imprescindibile per la ricerca di Tania Bruguera. In una leggendaria intervista alla televisione della Repubblica Federale Tedesca, realizzata da Günter Gaus il 28 ottobre del l 1964, alla domanda se ritenesse suo dovere pubblicare tutto quello di cui veniva a conoscenza o vi fossero motivi validi per tacere alcune cose, Hannah Arendt rispose con la citazione latina fiat veritas et pereat mundus: sia detta la verità anche a scapito del mondo.
Anche Tania Bruguera abbraccia in modo assoluto l’istanza della verità, legandola alla dimensione vitale della necessità. Non è però la necessità della logica, dei giudizi veri in quanto svolti secondo procedure argomentative corrette, si tratta della necessità che coinvolge l’essere, la vita per intero. È solo la necessità che mette a contatto lo spirito con la verità, con la necessità delle costrizioni materiali. In più occasioni l’artista ha raccontato delle sue esperienze di prigionia a Cuba e di come l’abbiano allontanata dalle illusioni, riportandola a percepire l’autentica condizione umana. È nell’esperienza concreta, corporea e materiale del mondo, delle relazioni umane, che la necessità genera una conoscenza vera. La verità non si trova mediante prove, ma mediante esplorazione. Essa è sempre sperimentale. La verità è così calata interamente nella vita umana che, tuttavia, è costantemente lacerata dalle contraddizioni della sopraffazione e della violenza. Saper giudicare secondo verità significa saper vedere le contraddizioni necessarie dell’umano e saper agire di conseguenza, secondo giustizia.
Il pubblico al PAC sarà chiamato ad “esplorare” la verità attraverso una serie di installazioni e azioni – alcune delle quali attivate quotidianamente da performers – centrate sui concetti sviluppati dall’artista per definire la sua pratica, come “arte comportamentale” (arte de conducta) che pone l’accento sui limiti del linguaggio e del corpo relativamente alla reazione degli spettatori, e “arte utile” (arte útil) tesa a realizzare una trasformazione reale di alcuni aspetti politici e giuridici della società.
Accecati da forti luci o completamente al buio, indotti a lacrimare o a camminare instabili su pavimenti costruiti con materiali precari, i visitatoti si confronteranno in mostra con le proprie reazioni, attraversando un’ampia gamma di emozioni che vanno dalla paura all’empatia e sperimentando un coinvolgimento totale.
In mostra una visual biography di 30 metri ripercorre l’intera carriera dell’artista in una linea del tempo dove la sua storia personale – gli studi, i riconoscimenti, i paesi in cui ha abitato, i mentori, le opere, l’insegnamento, le pubblicazioni – interseca i concetti chiave della sua ricerca e gli eventi della storia collettiva che hanno profondamente segnato il suo lavoro.