I CV sono nati per definire chi siamo e come ci presentiamo; una sorta di esposizione estesa delle nostre credenziali: nato a, studiato a, lavorato per, frequentato questa scuola…, interessi speciali e hobby. Anche l’arte si adegua con l’integrazione di categorie: mostre, articoli, esposizioni… Questo Curriculum Vitae non si preoccupa tanto dei dati fattuali quanto di quelli non fattuali, non detti e privati. Una lunga lista di domande private, improbabili e senza vergogna ai protagonisti del mondo dell’arte e della creatività. Domande secche come la vita per risposte brevi come la vita.
L’artista Guglielmo Castelli risponde alle domande di Cristiano Seganfreddo.
CS: Hai mai mostrato troppo?
GC: Si, troppo. Tornassi indietro mostrerei forse la metà di quello che ho fatto, avevo una fottuta paura, sbracciavo per dire “sono qui”.
CS: Parli mai da solo?
GC: Spesso, mai domande solo asserzioni.
CS: Il tuo posto preferito al mondo?
GC: Il mio studio e il mio guardaroba.
CS: Qual è il tuo cibo preferito?
GC: Pasta.
CS: Denaro, amore, sesso, fama, immortalità: mettili in ordine per te.
GC: Amore, denaro, sesso, fama, immortalità.
CS: Chi sei, quando non sei un artista?
GC: Penso di essere una persona mediamente noiosa con un brutto carattere, ma con un ottimo gusto.
CS: A chi stai parlando, davvero, con la tua pittura?
GC: A quel periodo dell’infanzia pieno di solitudine che mi ha cresciuto e che ha dato l’alfabeto alla mia pittura.
CS: La canzone che ti ritrovi a canticchiare spesso?
<GC: em>Stranizza d’amuri di Battiato.
CS: Hai animali domestici?
GC: Si, il mitico Ugo.
CS: Il tuo lavoro è pieno di figure che si dissolvono o si nascondono. Sei più attratto da chi sfugge o da chi resta?
GC: Da chi resta, rimanere è sempre più difficile.
CS: Quante ore usi lo smartphone quotidianamente?
GC: Troppe, mi dico sempre di diminuire, ma poi non lo faccio mai.
CS: Hai mai avuto paura del successo?
GC: Sì.
CS: Quanto tempo riesci a stare da solo?
GC: Tanto tempo, è la condizione migliore per un’artista, anzi bramo la solitudine.
CS: La persona più creativa che hai incontrato?
GC: Si chiamava Carla, un vulcano; riusciva a fare calcoli pirotecnici, nel mentre fare la spesa, ironizzare sulla fine del mondo vestendo Cardin e ricordando che “…indietro neanche per prendere la rincorsa”.
CS: Ti capita mai di non capire cosa stai facendo?
GC: Spesso, poi mento dicendo che capisco. Bisogna mentire fino a rendere vero ció che si mistifica.
CS: Il modo più insolito in cui hai guadagnato denaro?
GC: Dando ripetizione di disegno.
CS: Dessert preferito?
GC: Tiramisù.
CS: Le tre cose che porteresti su Marte?
GC: Ma chi ci vuole arrivare su Marte? Attendo il meteorite prima.
CS: Hai tatuaggi o segni particolari?
GC: Sì vari, ma mai pentito, li riguardo, mi ci ritrovo mi riassolvo.
CS: L’arte ti ha fatto perdere qualcuno?
GC: Si, certe amicizie; non sono stato in grado di cogliere le necessità altrui concentrandomi solo sulle mie. Anche oggi; i miei amici mi danno molto più amore di quello che sono in grado di dare io.
CS: Il tuo libro preferito?
GC: Cent’anni di solitudine.
CS: L’abitudine meno salutare che hai?
GC: Ogni tanto fumo e mangio tantissimi ma tantissimi ma tantissimi dolci.
CS: Preferiresti essere dimenticato o frainteso?
GC: Frainteso.
CS: Cosa vorresti fosse scritto in tuo ricordo?
GC: Persona piena di beneducate frivolezze, con un grande gusto e talento sincero.
CS: Hai mai sentito invidia?
GC: Sì.
CS: Il tuo artista preferito?
GC: Leon Spilliaert, Louis Burgeois.
CS: Compri moda vintage?
GC: Oggi meno, ma a volte per ricerca ancora sì.
CS: La cosa più impulsiva che hai mai fatto?
GC: Messaggi imbarazzanti nel periodo dei vent’anni ad amanti improbabili. Manifestando loro mancanza, quando in realtà era solo egosintomia.
CS: Ti ricordi l’ultima volta che ti sei sentito ridicolo?
GC: Tutti i giorni, almeno un momento di ridicolaggine devo immetterlo nel mio stare nel mondo, mi riassesta con la realtà.
CS: Un designer che ammiri?
GC: Rei Kawakubo.
CS: Pratichi sport o altre attività fisiche?
GC: Sì, palestra.
CS: Hai mai desiderato smettere di dipingere?
GC: Mai.
CS: Che profumo usi?
GC: Uso da anni Kasbah di Piguet ogni tanto mi spingo a Sicomore di Chanel.
CS: Dove ti vedi a 70 anni?
GC: Nel mio salotto a disegnare con un meraviglioso kimono in seta blu notte con un sfumature tie dye pensando malinconicamente a quello che è stato.
CS: Quanto c’è del tuo corpo nei tuoi personaggi?
GC: Tanto, il dinoccolamento, lunghi arti, eleganza sabauda.
CS: A che ora ti svegli?
GC: 06.45.
CS: Cosa ti imbarazza ancora, nel mondo dell’arte?
GC: Che ci siano troppe figure fintamente accreditate che lavorano nell’arte.
CS: Che tipo di vacanze preferisci?
GC: Lontane, assolate, piene di silenzi e cicale.
CS: A chi hai mandato il tuo ultimo messaggio?
GC: Al barbiere per ricordarmi a che ora è domani l’appuntamento.
CS: L’arte ti ha salvato o fregato?
GC: Mi ha fottutamente salvato.
CS: Il tuo film preferito?
GC: Il nastro bianco e In the mood for love.
CS: Cucini con piacere o per necessità?
GC: Totale necessità.
CS: Il nome di tua madre ha un significato particolare?
GC: No
CS: Lavori di notte?
GC: Mai.
CS: Le cinque app che usi di più?
GC: Insagram, e-mail, app della Banca, app della palestra per prenotare i corsi, Vestiaire Collective.
CS: Qual è l’animale che ti rappresenta meglio?
GC: Una civetta.
CS: Se non facessi arte, cosa faresti?
GC: Lavorerei nella moda, che è comunque arte. Penso farei il consulente…
CS: Il messaggio in bottiglia che getteresti in mare?
GC: “Non veniteci a cercare, non ne vale la pena”
CS: Hai mai fatto qualcosa di imbarazzante in pubblico?
GC: Mai.
CS: La tua serie TV preferita?
GC: Neon Genesis Evangelion.
CS: Hai mai lavorato per compiacere?
GC: Si, ancora oggi, a volte, per il terrore di essere dimenticato.
CS: Il tuo segno zodiacale? Ci credi?
GC: Capricorno, non credo molto nelle stelle, però è argomento d’intrattenimento perfetto per sviare altre conversazioni che risulterebbero ancora più noiose.
CS: Hai un oggetto portafortuna?
GC: Un ciondolo ottocentesco dipinto a mano con due infanti ed un cane ricciolo. Ho tanti ammennicoli che cambio, alterno, imprimo poteri inesistenti ed infinita speranza.
CS: Il posto più sorprendente che hai visitato?
GC: Certi scorci della Cornovaglia, commoventi.
CS: Cosa pensi non esisterà più tra cinque anni che oggi usiamo ogni giorno?
GC: La stampante e la buona creanza.
CS: C’è qualcosa che preferiresti non dover mai fare?
GC: Lavorare.
Non è un’intervista. Non è un profilo.
È un autoritratto sparso, in forma di domande.
Un modo per perdersi dentro le persone, nei loro gesti, nei loro oggetti, nelle loro ossessioni.
Una mappa del visibile e dell’invisibile.
Un curriculum emotivo, estetico, personale pensato da Cristiano Seganfreddo.
In ordine libero, come il pensiero.